Particolarmente amato dalla critica francese, Riccardo Freda, valoroso regista di una cinematografia italiana d'altri tempi, venne intervistato qualche anno fa da un cineasta che solo il cognome dice tutto: Tornatore.
Un’informale chiaccherata a due in cui il compianto Freda con il suo modo perennemente disincantato e sarcastico, ci narra di una cinematografia dal carattere avventuroso, ingegnoso, composta da film svilluppati con inventiva e velocità che oggi farebbero impallidire qualsivoglia cineasta.
Buona parte della filmografia di Freda, sicuramente quella più carica di personalità e verve, come lo stesso autore, era di genere storico e avventuroso, quali Aquila nera, I miserabili, Il conte Ugolino, Teodora, imperatrice di Bisanzio, Beatrice Cenci, etc. che attingeva dalla letteratura.
Praticò nell'arco della sua carriera anche altri filoni, quali i peplum, spionaggi e nondimeno il terrore o trilling-gotico, come I vampiri: importantissimo film, perché oltre l’ottima qualità e fotografia, seppur girato in tempi da record, è la prima pellicola di quel genere in Italia nell’era del sonoro; seguito poi da altri titoli cult per gli amanti del gotico: Caltiki, il mostro immortale, L’orribile segreto del dr. Hichcock, Lo spettro, nei quali Freda rievocava sprazzi, pur circoscritti da un nuovo modo di fare cinema, mutuati dall’espressionismo tedesco.
Inoltre mi preme ricordare che il regista Mario Bava, sia per I vampiri che per Caltiki, il mostro immortale è stato direttore della fotografia, autore degli effetti speciali e regista non accreditato di alcune sequenze. Scusate se è poco!
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