27 aprile 2011

Menti entangled ovvero la fisica dei fenomeni psichici

entanglement
L'entanglement tra particelle
L’universo microscopico, quello delle particelle e degli atomi, mostra comportamenti che sfuggono alla comprensione logica; da quando è nata la meccanica quantistica la visione del mondo in ambito scientifico e filosofico sembra essere totalmente mutata, facendo emergere una nuova consapevolezza su come apparentemente “funziona” l’Universo. Questi fenomeni quantistici nella loro assurdità sembrano volerci suggerire l’esistenza di una fisica “altra”, necessaria per spiegare ciò che oggi sembra inspiegabile (e che oggi viene classificato come “paranormale”) ma che probabilmente si avvicina a un assunto vecchio di millenni: la mente e la materia si influenzano vicendevolmente.


Nel famoso esperimento della doppia fenditura si osserva un comportamento della luce (fotoni) o delle particelle, assai interessante. Considerando uno schermo solcato da due strette fenditure e si proietta della luce, noteremo nella parete di fondo la creazione di figure di interferenza, cioè una serie di chiari e scuri che per i fisici sono la l’evidente dimostrazione della natura duale della luce di onda e particella. Questo esperimento nato proprio per dimostrare ciò, se eseguito tramite l’invio di una singola particella o di un singolo fotone, mostra anche un altro comportamento (o principio) della meccanica quantistica che convalida il Principio di Indeterminazione di Heisenberg secondo cui è impossibile conoscere la posizione e l’energia di una particella mediante l’osservazione. Se facciamo passare attraverso una doppia fenditura un solo fotone o una sola particella per volta vedremo anche in questo caso formarsi nella parete la caratteristica figura di interferenza: come se una sola particella fosse in grado di sdoppiarsi e passare contemporaneamente attraverso entrambe le fenditure! Sicché per comprendere meglio il comportamento del fotone supponiamo che uno scienziato ponga due rivelatori di particelle accanto ad entrambe le fenditure, onde verificare l’effettivo passaggio della particella “sdoppiata”. Ma incredibilmente una volta iniziato l’esperimento ci accorgeremo che la figura di interferenza che dovrebbe normalmente apparire, in questo caso non appare. Se poi spegniamo i rivelatori posti accanto alle fenditure, la figura di interferenza riappare, se li riaccendiamo scompare di nuovo. Pertanto ciò che ne evinciamo è una conferma sperimentale del Principio di Indeterminazione, ossia la capacità della particella di “avvertire” la presenza di un osservatore-strumento!

In effetti il Principio di Indeterminazione afferma proprio questo, che la presenza stessa di un osservatore àltera il comportamento delle particelle e di conseguenza i risultati ottenuti.


Ad avvalorare questa “coscienza” delle particelle ci viene incontro un noto fenomeno della meccanica quantistica ossia quello dell’entanglement o intreccio quantistico. Le particelle entangled infatti hanno la caratteristica di modificare il proprio comportamento in maniera correlata: se avviene un cambiamento in una particella nello stesso momento avverrà nell’altra (o nelle altre). 

Il comportamento delle particelle entangled è stato definitivamente confermato negli anni 80 da Alain Aspect (e successivamente da altre equipe di scienziati) attraverso un esperimento semplice ed efficace. Posto al centro dell’apparecchiatura un atomo di calcio il cui decadimento produce una coppia di fotoni entangled, si fanno muovere i fotoni lungo percorsi lineari ed opposti. In uno dei due percorsi viene inserito un cristallo birifrangente che possiede il 50% di probabilità di deviare il percorso del fotone. Sicché quando il cristallo interagisce col primo fotone deviando il percorso, istantaneamente il secondo fotone entangled (libero da qualsiasi ostacolo), per effetto dell’intreccio quantistico devia il suo percorso. Questo fenomeno quantistico ha un’importanza notevole per la fisica, perché significa che tra due particelle entangled esiste un legame che è indipendente dalla posizione nello spazio (per questa ragione questi eventi vengono chiamati non-locali) e avvengono in maniera istantanea.

Questo fenomeno ancora non del tutto spiegabile con la fisica attuale venne minimizzato da Einstein sin dagli anni trenta del novecento, tirando in ballo una presunta incompletezza della teoria della meccanica quantistica; egli sapeva bene che il fenomeno era potenzialmente in grado di mostrare i limiti alla Teoria della Relatività, poiché tra gli enunciati, si afferma che nessun corpo o segnale può viaggiare ad una velocità superiore a quella della luce: eppure l’entanglement avviene in maniera istantanea, violando di fatto l’ipotesi di una comunicazione alla velocità della luce!

Alain Aspect
Alain Aspect

Essendo l’entanglement un fenomeno che sorge laddove le particelle sono state in stretta correlazione, è legittimo pensare che molte particelle dell’Universo essendo state in passato legate dalla massa primordiale del Big Bang, possano tutt’oggi mantenere un qualche intreccio quantistico. Così anche una semplice osservazione fatta dalla terra verso una galassia lontana potrebbe determinare un fenomeno non-locale per lo stesso fatto che ne rileviamo la luce. Il legame entangled ovviamente potrebbe anche avvenire tra galassie, tra stelle e particelle di gas interstellare, rendendo legittima una certa visione unitaria dell’universo. Ma non solo, essendo gli oggetti distanti nello spazio ma soprattutto nel tempo (infatti più si osservano galassie lontane e più si guarda lontano nel tempo), si potrebbe persino pensare che l’intreccio quantistico potrebbe agire nel passato!

Ma oltre alle ipotesi applicabili in ambiti poco comuni, esistono degli esperimenti che sembrano dimostrare la veridicità dei fenomeni di entanglement anche a livello macroscopico. Presso l’Università di Milano sono stati fatti crescere dei neuroni in un contenitore. Di seguito, un gruppo di neuroni è stato prelevato e coltivato in un secondo contenitore. Per comprendere se tra essi fosse possibile una comunicazione entangled è stato proiettato un fascio laser in uno dei due contenitori ed osservata una certa reazione dei neuroni colpiti; ma questa reazione non avveniva solo nei neuroni del primo contenitore ma anche negli altri, senza alcuna causa apparente se non quella del legame entangled. L’esperimento è stato ripetuto più volte, e ovviamente si riscontrava sia la non-località che l’istantaneità del fenomeno.

Così se tra neuroni è possibile ottenere una prova di questi fenomeni a livello macroscopico, è normale supporre un medesimo comportamento anche tra esseri viventi. Dean Radin parapsicologo statunitense ha condotto un esperimento sui gemelli. Dopo averli posti in stanze isolate e distanti ha chiesto ad entrambi di concentrarsi l’uno sull’altra persona. Ad uno dei gemelli (mittente) poi è stata attivata una luce flash intermittente, facendo registrare tramite un elettrocardiogramma, reazioni istantanee nel cervello della persona ricevente.
Anche altri scienziati hanno compiuto simili esperimenti, per esempio sono state scelte due persone e separate in stanze diverse; a una d’esse è stato chiesto di provare ad inviare un messaggio telepatico all’altra persona, 3,5 secondi dopo questa stessa persona riceveva intenzionalmente una piccola scarica elettrica. Nella persona che doveva ricevere il messaggio telepatico a livello strumentale veniva rilevato un picco nell’elettrocardiogramma con lo stesso intervallo di tempo. Dunque si può ragionevolmente dire che esiste una qualche forma di comunicazione non-locale tra persone strettamente legate o da un vincolo di sangue o da un legame affettivo. Ma c’è di più, ulteriori esperimenti dello psicologo statunitense Charles Honorton hanno persino dimostrato certe doti inconsce di precognizione attraverso esperimenti condotti con l’uso di immagini a forte impatto emozionale, dimostrando, ancora una volta, tramite elettroencefalogramma che il cervello può reagire un attimo prima che compaia una certa immagine.
Questo fenomeno viene sicuramente riscontrato da coloro che posseggono un cane. Spesso succede che l’animale riesca a percepire l’arrivo del padrone con un anticipo di svariati minuti, anticipo che smentisce il sospetto che possa riconoscere il padrone tramite l’udito o l’odorato: anche in questo caso è ipotizzabile un legame entangled di natura affettiva tra l’animale e l’uomo.

Questo intreccio quantistico che determina emozioni e reazioni tra persone distanti sembra avvenire anche nei confronti della materia. Presso il Princeton Engineering Anomalies Research Laboratory (PEAR Lab), utilizzando uno strumento che produce una sequenza assolutamente casuale di numeri binari 0 o 1 chiamato REG, si è riscontrato come sia possibile, attraverso la concentrazione di una o più persone, alterare lievemente i risultati della sequenza casuale di numeri dello strumento. La replica degli esperimenti ha anche permesso di eliminare il dubbio che questa anomalia fosse causata da una qualche forma di “rumore” o interferenza artificiale, divenendo così un metro di misura delle reazioni emotive nell’uomo.

Un’estensione di questo esperimento è il Global Consciousness Project (GCP) diretto da Roger Nelson che attraverso una rete di strumenti sparsi per il mondo, registra anomalie globali nella sequenza casuale dei numeri di questi strumenti. Avendo altresì appurato che la sequenza può essere alterata sia in maniera volontaria che in maniera involontaria (qualora subentri una forte emozione), il gruppo di studio dal 1998 registra tutte le anomalie REG sparse nel mondo, specie in concomitanza di eventi significativi a livello globale. Vistose anomalie sono state riscontrate durante il funerale di Lady Diana, l’11 settembre 2001, durante lo tsunami in Asia del 2004, per la morte di Giovanni Paolo II e durante l’ultimo disastroso tsunami in Giappone.
Queste anomalie vengono interpretate come una manifestazione grafica delle coscienze particolarmente sollecitate in occasione di eventi importanti. I grafici sviluppati mostrano che in corrispondenza di date importanti vi è una vistosa variazione nei grafici REG che perdura sino ad affievolirsi. Ma non solo, ciò che colpisce è anche il fatto che queste variazioni grafiche della coscienza collettiva, nel caso dell’11 settembre, hanno mostrato un primo picco emotivo già due ore prima dell’impatto del primo aereo con la torre di New York: come se a livello globale certi eventi fossero predetti inconsciamente da una certa parte della popolazione mondiale.


Queste affascinanti ricerche sono ovviamente oggetto di molte critiche, pur trattandosi di scienziati che adottano rigorosi criteri di ricerca e sperimentazione. In alcuni casi vengono contestati i risultati, in altri la metodologia adottata, il più delle volte gli esperimenti vengono semplicemente ignorati. Lungi dal voler sostenere la veridicità di un’ipotesi piuttosto che di un’altra, si vuole semplicemente indurre ad una riflessione individuale. La scienza nel tempo si è evoluta grazie alle rivoluzioni culturali avvenute in ambito scientifico e non. Si pensi al forte impatto filosofico che ebbero le scoperte di Galileo fino alla fine osteggiate dalle autorità ecclesiastiche. Si pensi anche al radicale mutamento avvenuto con la pubblicazione della Teoria della Relatività, dove venne abbandonato il concetto di tempo assoluto: dopo tante critiche e dubbi solo il riscontro scientifico degli ultimi sessant’anni ha definitivamente permesso di abbracciare la Relatività di Einstein. 

Lo studio dell’entanglement e dei fenomeni ad esso associati tenta, in un certo qual modo, di unire concettualmente la mente e la materia aprendo la strada ad una visione olistica del mondo, spazzando nel contempo ciò che viene superficialmente tacciato come fenomeni “paranormali”. Questo affascinante scenario di interconnessioni quantistiche, oltre a costituire l’avvio di un lungo percorso di ricerca scientifica, mostra i segni di una necessaria apertura mentale verso nuove frontiere della conoscenza.



Grafico dell'11 settembre 2001
Grafico dell'11 settembre 2001 tratto dal Global Consciousness Project si noti un
progressivo aumento delle variazioni REG nelle ore dopo l'evento.



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