Giuseppe Tornatore |
«Anche a me piacerebbe fà er cinema. Se saprei come cazzo se fa!»
Joe Morelli, L’uomo delle stelle
Sabato sera La valigia dei sogni, su La7, ha trasmesso il film L’uomo delle stelle, di Giuseppe Tornatore. Quello che il maestro siciliano ha rivelato alle telecamere, nell’intervista trasmessa al termine del film è stato, per i cinefili, un piccolo scoop.
La pellicola, una specie di road-movie siciliano, narra le vicende di Joe Morelli, un talent scout che gira l’isola in cerca di volti nuovi per il cinema. Davanti alla sua macchina da presa sfileranno visi e voci ironici o drammatici, testimoni autentici del popolo che avrebbero mandato in visibilio De Sica, Zavattini o Rossellini. Morelli si scoprirà un truffatore, che aveva inconsapevolmente catturato nella pellicola i desideri, i sogni, le intime confessioni – penso a quella strepitosa del personaggio interpretato da Leo Gullotta – della gente comune. Il finale ricorda un po’ Nuovo cinema Paradiso, con Sergio Castellitto (bravissimo protagonista) che riascolta le voci che aveva registrato e ricorda il Grand Tour antropologico che ha vissuto. Ma il finale non sarebbe dovuto essere questo.
All’intervista concessa a La valigia dei sogni Tornatore ha raccontato che aveva scritto (ed era pronto a girare) un finale completamente diverso: Joe Morelli/Castellitto esce dal carcere, riprende possesso del suo furgone, e in una campagna siciliana si imbatte casualmente nella troupe che sta girando il film Il brigante di Tacca del Lupo di Pietro Germi – per tutta la prima parte della sua carriera Germi ha diretto film di denuncia sociale, prevalentemente girati in Sicilia. Qualcuno della troupe accetta di acquistare per poco il materiale cinematografico che Morelli/Castellitto ha con sé, e questi, con il denaro, compra un biglietto per ritornare a Roma. Sul treno si imbatte nuovamente in uno della troupe del film di Germi, che sta andando nella capitale per consegnare le “pizze” girate da sviluppare. Castellitto si accorge che tra le “pizze” c’è pure una delle sue, che in una scena successiva Pietro Germi visionerà estasiato dall’espressività di quei volti a dall’autenticità di quelle confessioni. Il film si sarebbe poi concluso in un cinema romano, dove un anziano Castellitto assiste a una proiezione. Lo “sforamento” dei costi previsti non ha permesso a Tornatore di proseguire il film come aveva scritto e ha dovuto inventarsi il finale che è poi stato realizzato.
Maledetti soldi!
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