Lo devo ammettere, da alcuni anni fatico a trovare un romanzo contemporaneo che riesca a leggere senza problemi. Non è un problema di tempo ma un senso di insoddisfazione che sale tutte le volte che mi cimento con un nuovo libro. Andiamo subito al dunque: il vero problema, credo, è contenuto nel senso di bellezza che l'opera dovrebbe comunicare. In effetti la letteratura contemporanea, salvo alcuni casi, risulta contaminata dai guasti del presente: volgarità, banalità, semplicità descrittiva ecc Il mondo attuale per gli scrittori sembra aver perso di inventiva facendo scivolare questa forma d'arte su aspetti, descrizioni e dialoghi noiosi e vuoti.
Questa sensazione l'ho provata l'ultima volta con la lettura di Norwegian Wood di Haruki Murakami. Ho scelto la lettura di questo libro perché ne avevo sentito parlare parecchio, ma soprattutto perché è un autore orientale e tale provenienza sembrava essere (nel mio immaginario) garanzia di ricchezza contenutistica e di spunti affascinanti. Invece a metà libro la curiosità si è sostituita alla noia e poi al fastidio....
Perché provo questa sensazione sempre più spesso? Mi sono posto questa domanda più volte e dopo questa lettura penso di aver trovato una parziale risposta: si è smarrita la bellezza.
Nei classici della letteratura, quelli indimenticabili intendo, i contenuti, i dialoghi e le descrizioni sono pregne di bellezza. Una bellezza che può essere estetica, romantica, orrorifica oppure ortografica. È nei classici che si percepisce una vibrazione duratura: così è avvenuto personalmente con La Divina Commedia, La Recherche di Proust o i romanzi di Dostoevskij. I contemporanei invece, anche i più bravi e capaci sembrano aver perso di sensibilità. I contenuti dei dialoghi mi paiono banali, la caratterizzazione dei personaggi inconsistente e la riflessione sull'esistenza e la vita scarsa. Potremmo aprire un lungo dibattito sull'argomento, lo so, ma io mi attengo a queste poche righe e a una sola considerazione. L'uomo moderno e gli scrittori moderni per riflesso hanno smarrito la sostanza della vita, e i temi e le descrizioni romanzate hanno perso anch'essi verve creativa. Così nella povertà di idee e nella banalizzazione degli argomenti arranco di fronte a un romanzo che non riesce a scuotere minimamente le corde del mio essere... Chissà se i lettori di Elapsus provano la mia stessa sensazione.
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