Sarà Giallo il colore che invaderà il Festival di Cannes 2009. Il Maestro del brivido Dario Argento torna a calarsi in quella giallistica di allucinazione imperlata. Giallo sarà il nome di chi è prigioniero della propria bruttezza. Vivendo un disagio insostenibile, scintilla di una follia, provando piacere nel torturare donne belle, gustando coi sensi l’agonia di chi muore. Un mostro, ma per nulla sprovveduto, mai, sia nei modi che nei tempi di reazione. Quindi attenzione, modelle e turiste portatrici di beltà, rischierete grosso; uno strazio carnale che solamente Giallo saprà placare e con certezza trovare il modo con cui annientarvi, annientando ciò che più di ogni altra cosa lo acceca: la bellezza.
Anche qui l’amata Torino, che Argento afferma di conoscerla, forse, meglio di Roma, perché: «quando giro per cercare le location entro addirittura nelle case della gente chiedendo loro di potermi stendere sui letti delle camere», farà da cornice a questi misfatti, ai quali l’Ispettore Enzo Avolfi (Adrien Brody, premio Oscar miglior attore per Il pianista di Roman Polanski), cercherà di darvi un freno, pur consapevole di rischiare la vita. Perché rammentiamoci che un serial-killer anime e corpi ruba, e della sua stessa follia si ciba.
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