Pellicola moderna, dall’altalenante andatura, con un’impronta filosofica-social-politica. Altro tassello di quel cinema intermediato dalla poetica della frontiera cara sempre all’uomo. Narrando di quelle realtà dal doloroso sapore di conquista e superamento dei propri limiti. Un gioco di emozioni a incastro che l’occhio di Leone era solito evocare con un Portento unico e insuperabile, di cui se ne sente la mancanza e l’amara perdita.
16 maggio 2009
Il Festival di Cannes ricorda Sergio Leone
Pellicola moderna, dall’altalenante andatura, con un’impronta filosofica-social-politica. Altro tassello di quel cinema intermediato dalla poetica della frontiera cara sempre all’uomo. Narrando di quelle realtà dal doloroso sapore di conquista e superamento dei propri limiti. Un gioco di emozioni a incastro che l’occhio di Leone era solito evocare con un Portento unico e insuperabile, di cui se ne sente la mancanza e l’amara perdita.
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