In tempi di recessione, non solo economica ma anche culturale, due belle notizie.
Nel marzo di questo anno è stato riaperto il Neues Museum di Berlino, opera mediocre di Friedrich August Stüler, un allievo di Schinkel. L’edificio è stato sventrato da due bombe nel 1945 e rimasto sostanzialmente così fino alla caduta del Muro. Venne indetto un concorso di progettazione nel lontano 1994 che ha trovato un vincitore alla quale, però, non è stato affidato l’incarico. «Sembra l’Italia», qualcuno penserà, solo che a contendersi il premio non erano dei geometri raccomandati ma Giorgio Grassi (vincitore), Francesco Venezia, Frank Gehry e David Chipperfield. Dopo varie vicissitudini è stato quest’ultimo ad ottenere l’incarico e a completare i lavori di questo museo che con l’Altes di Schinkel, il Pergamon, il Bode e la Neue Galerie, compone la così detta Isola dei musei. L’intervento di Chipperfield è astratto ma materico, attento ai dettagli ma non lezioso; un piccolo gioiello di sensibilità.
L’altra notizia sorprende perché riguarda l’Italia. Almeno in parte. Tadao Ando ha terminato il suo intervento di restauro dei magazzini di Punta della Dogana a Venezia regalando alla città uno spazio espositivo con le opere della collezione di François Pinault. Anche l’intervento del giapponese conferma la sua eleganza e la capacità di rapportarsi all’antico, con inedite citazioni di Carlo Scarpa.
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