Uno solo. Si tratta (prevedibilmente) di Roberto Saviano e del suo enorme successo mondiale Gomorra. Ora, a parte il fatto che certamente le letture (vere o false che siano) di Nick Hornby non abbiano necessariamente valore statistico, mi chiedo com'è possibile che la letteratura italiana d'oggi a parte Saviano - che tanto deve la notorietà alla sua commovente storia d'esiliato speciale e allo splendido film di Garrone - non abbia la forza d'imporsi all'estero. «Ma se non riesce ad imporsi neanche qui da noi?» penserete voi, ed avreste ragione. Insomma, siamo noi che non abbiamo grandi scrittori o il meccanismo editoriale non ci favorisce, se non quando produciamo l'Italia dei cliché?
P.S.: Una mostra attualmente in corso a Milano (Copy in Italy) mostra dei dati che sembrano smentire tutto ciò, illustrando come le esportazioni di testi italiani siano vertiginosamente cresciute, tra il 2001 e il 2007, del 93,9%. Una cifra eccezionale, ma i più esportati, tra i romanzieri, rimangono comunque Saviano e Camilleri e la loro categoria, narrativa per adulti, rappresenta solo il 17% dell'esportazione, mentre esportiamo molta più saggistica (28%) e letteratura per ragazzi (29%).
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