Parlare oggi della musica dark, alle soglie del 2010, sembra quasi voler riesumare un cadavere seppellito sotto tre metri di terra, dove al funerale hanno assistito i capostipiti del gothic rock attuale incentrato su sonorità più dure e spregiudicate, insieme al corteo di quelle persone che pensano che il dark abbia avuto come unici promotori del genere gli oramai intoccabili e sempreverdi The cure di Robert Smith. In realtà è importante fare un piccolo approfondimento di un genere che ha vissuto un percorso musicale che ha un inizio e una fine ben precisa, una longevità espressamente correlata al malessere sociale di cui ha fatto parte esprimendolo tramite la malinconia, la tristezza e la disperazione (anche con risvolti tragici come vedremo) trasformata in accordi e musica.
La dark music nasce in Inghilterra alla fine degli anni settanta, esattamente nel periodo in cui i Clash e gli Adicts si dedicavano a composizioni punk cattive e incazzate contro la società medio-borghese che il Regno Unito generava tra le sue fabbriche e nei suoi quartieri dormitorio. Il dark, a differenza del punk, esprimeva il suo disagio sociale tramite suoni cupi e opprimenti, con liriche incentrate su un romanticismo malinconico e oscuro, ricco di tensione emotiva. Non c’è reazione, ma la disperata consapevolezza di vivere in un mondo buio e oscuro, senza via d’uscita. Inutile dire che i The Cure hanno lasciato un segno forte in questo filone musicale, anzi hanno fatto fuoriuscire dall’underground questo stile grazie anche a una versatilità stilistica subito apprezzata dalle grandi case discografiche internazionali. Usciti con l’album Three imaginary boys nel 1979, nel corso degli anni hanno affinato le loro composizioni fino a produrre il disco Pornography (1982), vero capolavoro del genere in questione. Incredibilmente non si può consegnare a loro lo scettro del dark, che invece può tranquillamente considerarsi di proprietà dei Joy division, band uscita nel 1979 con l’incredibile album Unknown pleasures e capitanati dal cantante Ian Curtis. La loro musica esprime l’essenza del concetto musicale dark, con atmosfere lente e cupe all’inverosimile, interpretate in maniera eccelsa dal cantante logorato da una moltitudine di problemi familiari e di salute. La vita dei Joy division difatti è breve e la band si scioglie dopo il secondo album prodotto, Closer (1980), a causa del suicidio di Ian Curtis a soli 23 anni. La storia del cantante e del gruppo è stata splendidamente raccontata nel documentario Control (2007), presentato e premiato al festival di Cannes e inspiegabilmente uscito per un breve periodo nelle sale italiane solamente un anno e mezzo dopo, a causa dei cronici problemi di distribuzione per un prodotto considerato di nicchia.
Sorellastra contemporanea delle due band già citate è la carismatica cantante dei Siuxie and the banshees. Il gruppo, di cui farà parte in qualità di chitarrista anche Robert Smith dei The Cure è l’unico gruppo dark ad avere una voce femminile, sconvolgendo i canoni che fino ad allora avevano dettato legge nell’underground. La proposta musicale è ottima richiamando sonorità post-punk e venature pop che creano delle atmosfere dark decisamente più accessibili anche all’ascoltatore meno esperto. Altro gruppo di massima rilevanza, chiaramente contemporaneo alle altre formazioni, sono i Bauhaus che si contraddistinguono per l’ottima qualità tecnica e per le composizioni più articolate e complesse, realizzando piccoli capolavori musicali come Bela Lugosi’s dead e In the flat field. In coda alla fila dei maestri sacri del dark, ma sicuramente non meno validi e interessanti, citiamo i californiani Christian death, i Sister of mercy che saranno autori di uno degli “inni” del dark di tutti i tempi “Temple of love”, ed i Killing Joke.
Come possiamo costatare il filone della dark music può essere considerato un vero movimento musicale associato in alcune occasioni a riferimenti cinematografici o letterari. È costituito da un caleidoscopio di gruppi che hanno contribuito a solidificare delle specifiche sonorità e ne hanno fatto il manifesto della loro personale visione della vita, il tutto espresso in un periodo temporale che va dalla fine degli anni settanta alla prima metà anni ottanta, ovviamente escludendo la particolare longevità dei The Cure. Lasciatevi abbandonare ad un genere ancora per certi aspetti attualissimo, magari riscoprendo vecchie gemme musicali lasciate nel dimenticatoio che possono aprirvi la strada verso ascolti malinconici e introspettivi.
Qui di seguito viene riportata la discografia dark essenziale consigliata dall’autore:
The Cure – Three imaginary boys (1979)
The Cure – Seventeen Seconds (1980)
The Cure - Pornography (1982)
Joy Division – Unknown Pleasures (1979)
Joy Division – Closer(1980)
Siouxsie & the Banshees - The Scream (1978)
Siouxsie & the Banshees – Join Hands (1979)
Killing Joke - Killing Joke (1980)
Killing Joke - What's This For... (1981)
Bauhaus – In the Flat Field (1980)
Christian Death - Only Theatre Of Pain (1982)
The Sisters of Mercy - First and Last and Always (1985)
The Cure – Seventeen Seconds (1980)
The Cure - Pornography (1982)
Joy Division – Unknown Pleasures (1979)
Joy Division – Closer(1980)
Siouxsie & the Banshees - The Scream (1978)
Siouxsie & the Banshees – Join Hands (1979)
Killing Joke - Killing Joke (1980)
Killing Joke - What's This For... (1981)
Bauhaus – In the Flat Field (1980)
Christian Death - Only Theatre Of Pain (1982)
The Sisters of Mercy - First and Last and Always (1985)
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