Riavvicinare la scienza e la fede sembra essere lo scopo dell'ultimo libro di Stuart Kauffman Reinventare il sacro; riavvicinarli attraverso un concetto panteista che prova mestamente a reinterpretare, tra le pieghe del non prevedibile, ciò che la scienza non può ancora spiegare. L'esistenza di Dio quindi, sarebbe dimostrata dalle manifestazioni dell'universo e dall'imprevedibilità della sua evoluzione. L'incapacità di prevedere ciò che sarà il cambiamento darwiniano di una specie o di un'organo, permette a Kauffman di considerare ancora una vasta libertà di "azione" di un Dio panteista.
La scienza in effetti mostra molti limiti, non solo nel campo prettamente biologico ed evolutivo, ma anche in quello cosmologico, poiché ancora oggi certi processi non sono del tutto spiegabili attraverso le leggi che si è imposta. La stessa incapacità congenita di comprendere il moto preciso di una particella (a causa del principio di indeterminazione di Heisenberg), sembra rendere inaccessibile il moto originario dei mattoni della materia. Su questa incapacità, forse un domani ancor più ristretta, Kauffman (biologo americano) fonda la sua affascinante tesi.
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