Su un'isola deserta, in un mondo senza adulti, naufraghi, un gruppo d’infanti cerca, per sopravvivere, una dimensione sociale nuova. E' la vittoria dell'egoismo, ma è anche la sconfitta del mito dell'autosufficienza, la sconfitta del mito della società razionale, la sconfitta del mito rousseauniano della bontà innata nei bambini… Alla fine questi ragazzi, che giocano a fare gli adulti, che nella sostanza sono e restano selvaggiamente malvagi, scoprono e consentono al Signore delle Mosche, il male che è naturalmente in loro, di vincere. E, tra una feroce pretesa e un'altra, il ragazzo, l'uomo, si scopre per quello che è: un animale crudele.
In questo pessimismo onnipresente e assillante, alcune pagine, ad esempio quelle dedicate alla morte di Simone, sono narrativamente e stilisticamente fragorose e sorprendenti.
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