Diciamolo subito: io non sono un buon conoscitore dell'opera cinematografica di Mario Bava, ma da quando ho visto I tre volti della paura (1963) mi son spesso chiesto, senza mai provare a verificarlo, se l'episodio La goccia d'acqua non sia tratto da Buzzati. Nei titoli del film si cita Ĉechov (oltre a Maupassant e Tolstoj per gli altri episodi) ma pare che un giovane Alberto Bevilacqua che, non accreditato, ha partecipato alla stesura della sceneggiatura, abbia dichiarato che questi nomi erano stati tirati in ballo per «coprirsi le spalle», come ha scritto Francesco Moriconi (http://www.rapportoconfidenziale.org/?p=3476).
Il racconto di Buzzati a cui alludo è Una goccia scritto per la raccolta Paura alla scala e pubblicato per la prima volta nel 1949. Una goccia, di notte, sale le scale d'un edificio e il suo ticchettio genera terrore, perché presagisce qualcosa: «Una goccia d'acqua sale i gradini della scala. La senti? Disteso in letto nel buio, ascolto il suo arcano cammino. Come fa? Saltella? Tic, tic, si ode a intermittenza».
Il racconto di Buzzati a cui alludo è Una goccia scritto per la raccolta Paura alla scala e pubblicato per la prima volta nel 1949. Una goccia, di notte, sale le scale d'un edificio e il suo ticchettio genera terrore, perché presagisce qualcosa: «Una goccia d'acqua sale i gradini della scala. La senti? Disteso in letto nel buio, ascolto il suo arcano cammino. Come fa? Saltella? Tic, tic, si ode a intermittenza».
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