Voglio cominciare citando le parole illuminanti di Pier Paolo Pasolini in merito al ruolo della Chiesa Cattolica:
[…] se molte e gravi sono state le colpe della Chiesa nella sua lunga storia di potere, la più grave di tutte sarebbe quella di accettare passivamente la propria liquidazione da parte di un potere che se la ride del Vangelo. In una prospettiva radicale, forse utopistica, o, è il caso di dirlo, millenaristica, è chiaro dunque ciò che la Chiesa dovrebbe fare per evitare una fine ingloriosa. Essa dovrebbe passare all’opposizione. E, per passare all’opposizione, dovrebbe prima di tutto negare se stessa. Dovrebbe passare all’opposizione contro un potere che l’ha così cinicamente abbandonata, progettando, senza tante storie, di ridurla a puro folclore. Dovrebbe negare se stessa, per riconquistare i fedeli (o coloro che hanno un “nuovo” bisogno di fede) che proprio per quello che essa è l’hanno abbandonata.
[…] la Chiesa potrebbe essere la guida, grandiosa ma non autoritaria, di tutti coloro che rifiutano […] il nuovo potere consumistico che è completamente irreligioso; totalitario; violento; falsamente tollerante, anzi più repressivo che mai; corruttore; degradante (mai più di oggi ha avuto senso l’affermazione di Marx per cui il capitale trasforma la dignità umana in merce di scambio). È questo rifiuto che potrebbe dunque simboleggiare la Chiesa: ritornando alle origini, cioè all’opposizione e alla rivolta. O fare questo o accettare un potere che non la vuole più: ossia suicidarsi.*
Il potere politico-religioso che la Chiesa ha mantenuto nel corso dei secoli le ha consentito una grande influenza sui popoli e sugli Stati. Le molteplici ipocrisie del potere papale, che la storia non cancella, ma anzi amplia e rende vitali ogni qual volta si affrontano certi argomenti come la vendita delle indulgenze, le crociate e l’inquisizione, hanno indotto le collettività ad una progressiva diffidenza verso il clero e i suoi dettami. Si pensi agli Stati cattolici che negli ultimi anni hanno varato leggi sull’aborto, sul divorzio e persino sui matrimoni gay. Si pensi a tutti i cristiani che si dichiarano credenti ma non praticanti, che seguono cioè una loro idea di cristianesimo fuori dalla Chiesa. Si pensi a tutti quei giovani che disertano le parrocchie come luogo di crescita (a differenza di quel che normalmente avveniva un tempo) e che ignorano puntualmente il valore cattolico della castità: in poche parole i cristiani perseguono una religiosità individuale senza più tenere conto della Chiesa.
Questa cesura avanza poderosamente non solo per gli effetti del pensiero contemporaneo, ma soprattutto per le anacronistiche posizioni assunte dalla Chiesa; si aggiungano poi le incomprensioni sul suo operato di natura più “politica”, che ha fatto scoppiare nuove frizioni con le comunità nazionali, religiose e scientifiche. Voglio ricordare tra tutti il sostegno alle teorie antievoluzioniste, le posizioni di completa chiusura in merito all’omosessualità (ad esempio la contrarietà del Vaticano in sede ONU di un emendamento per chiedere a tutti gli Stati di depenalizzare il reato di omosessualità), l’inopportuno discorso di Ratisbona e il processo di beatificazione di Pio XII. Cito non a caso (solo) queste vicende perché, soprattutto nell’odierno papato, le critiche e il distacco della gente comune dalla Chiesa romana paiono ancor più accentuarsi. Durante il papato di Giovanni Paolo II l’atteggiamento verso il Vaticano non era molto dissimile da quello odierno, con la differenza però che il carisma di Wojtyla e certe scelte “d’opposizione” hanno attirato molti consensi verso una Chiesa che provava a rinnovarsi. Così qualsiasi legittima posizione di contrarietà non diveniva mai troppo accesa, poiché (apparentemente) era palpabile un cambiamento in atto. In quel papato infatti s’erano intraprese importanti rotture rispetto al passato; Wojtyla aveva portato avanti le richieste di perdono per atti commessi dai cristiani come: le violenze durante le crociate, la persecuzione a Galileo, le ingiustizie nei confronti delle donne. Riconoscimenti che hanno mostrato una Chiesa finalmente penitente.
Con l’odierno papato questa percezione sembra mutata, poiché emerge un’etica cristiana distante e a volte persino superflua. Per quanto non universalmente condivisa (sappiamo quanti filosofi abbiano contestato l’idea stessa di cristianesimo) l’etica cristiana si contrappone all’avanzare di una società cinicamente amorale. D’altronde i modelli consumistici (di cui ormai siamo inevitabilmente parte integrante) propinano un’esistenza basata sull’immagine, sulla violenza, sull’ignoranza e sulla superficialità; un modello che plagia l’uomo moderno rendendolo schiavo d’un presente senza speranze. Cito argomenti non nuovi e abusati, lo so bene e per questo me ne scuso, ma reputo che riprenderli sia necessario per proseguire nel nostro ragionamento…
In questo argomentare la Chiesa, nel bene o nel male, appare come l’ultima istituzione in grado di porre un freno verso queste derive (Pasolini docet). Essa in effetti è l’unica istituzione che potrebbe realmente intaccare la trasformazione delle coscienze verso questo modello fuorviante, l’unica che possiede una struttura radicata ed autorevole, capace di rompere questa mistificazione della realtà. Neanche le scuole, le università o gli enti culturali posseggono tale potere poiché influenzato direttamente da gerarchie compromesse: d’altronde il mondo della cultura in ogni epoca non è sempre stato costretto a sopravvivere attraverso il potere dominante?
Adesso quello stesso potere che si contrappone per varie ragioni a quello papale (i potentati economici, le comunità nazionali, religiose e politiche) sembrano trovare oggi più di ieri un terreno fertile per far germogliare un clima di generalizzata contrarietà verso il Vaticano: vengono così a galla (tutte insieme) le accuse di pedofilia ai sacerdoti non più nascoste come nel passato. Attenzione, non voglio mettere in discussione la validità di tali accuse, né voglio prendere posizioni in difesa di nessuno: vorrei solo mostrare come i mass-media rendano oggi queste vicende molto incisive nella demolizione dell’autorità vaticana. In particolare ciò su cui bisogna attentamente riflettere è come lo scandalo, pur essendo emerso durante il precedente papato, sia esploso solo nell’ultimo papato. Le accuse infatti si sono propagate in pochi mesi (come se improvvisamente fosse esploso un clima di solidarietà all’emersione di tali fatti), puntando il dito soprattutto contro Benedetto XVI e le sue scelte prima e dopo la sua investitura papale. Ma c’è di più, la maggior parte delle accuse provengono da paesi anglosassoni dove dei tribunali hanno condannato alcune diocesi statunitensi al risarcimento dei danni alle vittime: un evento senza precedenti rispetto al passato clima di omertà sull’argomento. A mio personale giudizio quel potere contrario alla Chiesa (costituito come abbiamo detto da molteplici comunità) proviene soprattutto dai paesi anglosassoni, da quei paesi cioè che più di tutti determinano i destini socio-economici del globo. Sarebbe banale parlare nei termini di cospirazione, perché si ammetterebbe con troppa leggerezza l’esistenza di certi “legami” non dimostrabili. Credo sia più logico ammettere che queste vicende emergono in aree culturali sufficientemente contrarie al Vaticano; aree meno dominanti nei paesi latini dove esiste una cristianità storicamente più radicata.
Nel frattempo la Chiesa, vittima ma anche corresponsabile di tale scempio, invece di passare all’opposizione, come suggeriva Pasolini, recita il ruolo di vittima e di peccatrice senza tuttavia mostrare ai suoi fedeli quella svolta radicale di cui avrebbe bisogno… Così viene da chiedersi: come una struttura secolare, vecchia e deturpata, possa sperare in un reale cambiamento? Magari potrebbe recuperare la purezza e la genuinità attraverso la forza carismatica dei suoi migliori esempi: i missionari, i sacerdoti di frontiera ecc. Ma questo non è poi lo stesso messaggio “critico” che fin troppo tempo fa San Francesco offriva umilmente al papa di allora? Se molto tempo è passato da allora cosa mai dovremmo aspettarci oggi dalla Chiesa?
*Pier Paolo Pasolini, da 22 settembre 1974. Lo storico discorsetto di Castelgandolfo - Edizioni Garzanti
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