Se governassi io il mondo, imporrei alle persone creative una dieta a pane ed acqua; agli ottusi darei da mangiare e da bere a sazietà. Li avvelenerei soddisfacendone i desideri. Il cibo è un veleno per lo spirito, non placa la fame. Il cibo, sia esso sessuale o d'altro genere, placa soltanto gli appetiti. La fame è tutta un'altra cosa: nulla può placarla. La fame è il barometro dell’anima.Henry Miller, Sexus
Una ‘zoomata all’indietro’ mostra, in un primo momento, solo l’autore e il titolo: Henry Miller, Tropic of the Cancer. Quando il movimento di macchina si arresta l’inquadratura mostra il nottambulo Griffin Dunne concentrato tra le pagine del libro.
«Adoro quel libro», azzarda Rosanna Arquette seduta al tavolo di fronte che dopo aver rotto le fragili recinzioni del riserbo reciterà, solenne e autoironica: «questo non è un libro. È un prolungato insulto, uno scaracchio in faccia all’arte. Un calcio in culo a divinità, bellezza e verità…». Bella, seducente, spregiudicata, si alza dal suo tavolo per prendere posto in quello di fronte – una di quelle situazioni che, nella vita vera, abbiamo atteso per anni, senza successo.
Questi sono i primi minuti di Fuori orario, film che Martin Scorsese ha girato nel 1985. Ha bisogno di quel fortuito incontro e della citazione di alcune tra le prime righe di Tropico del cancro, Scorsese, perché questo anomalo film condivide gli stessi intenti dello scrittore: «Questo non è un libro […] nel senso usuale della parola».
Anche la vita di Henry Valentine Miller non è una vita, nel senso usuale della parola. Nasce a Yorkville, nello stato di New York, il 26 dicembre del 1891 da una famiglia di origine tedesca; tanto che nell’infanzia era la lingua teutonica quella che padroneggiava maggiormente.
La sua è un’adolescenza moderatamente disordinata, non più di quanto lo fosse quella degli altri ragazzi del quartiere, come lui figli di immigrati. «Sono un patriota: della 14ª Sezione Brooklyn, dove sono cresciuto. Per me il resto degli Stati Uniti non esiste se non come idea, o storia, o letteratura. A dieci anni fui sradicato dalla mia terra natia e trapiantato in un cimitero, un cimitero luterano, con le tombe sempre in ordine e le corone che non appassivano mai».
Nel 1910 coi soldi che il padre, sarto a Manhattan, a fatica mette insieme per l’iscrizione del figlio all’università, Henry fugge con una donna di 37 anni (lui ne aveva appena 18). A quest’evento seguiranno anni di vagabondaggi (da solo) che lo porteranno fino in Messico.
Nel 1914, tornato a New York, aiuta il padre in sartoria e dà sfogo alla sua irrequietezza scrivendo. Tre anni più tardi ha una relazione con Beatrice Sylvas Wickens, la sua insegnante di pianoforte. Decide di sposarla quando gli giunge la convocazione per il reclutamento militare, probabilmente solo per poter ritardare la partenza. Eppure, nel 1919, nasce la sua prima figlia; a questo punto Henry è costretto – molto mal volentieri – ad accettare un lavoro alla Western Union Telegraph Company, per mantenere stabilmente la famiglia.
Henry Miller ha messo la “testa a posto”: una moglie, una figlia, un lavoro. E invece è forse proprio qui, alla Western Union, che l’efficiente meccanismo della società americana (e la vita che all’interno di essa stava conducendo) gli appare in tutta la sua abbagliante follia: «Come la città era diventata un’enorme tomba in cui gli uomini si battevano per conquistarsi una morte decorosa, così la mia vita giunse a somigliare a una tomba che io stavo costruendo dalla mia stessa morte».
Henry conduce una tripla vita: impiegato, vorace e famelico bibliofilo, instancabile peripatetico notturno. È sfruttando le esperienze della prima che parzialmente soddisfa l’ingordigia della seconda, e realizza la sua prima (poi ripudiata) opera: Clipped Wings. Ma è tramite la terza che conosce e frequenta June Mansfield e dà alimento alla seconda.
L’incontro con June è una folgorazione, e infatti Henry la vede regolarmente fino a quando, nel 1924, Beatrice, rientrando in casa, li sorprende insieme.
La vita di Henry cambia completamente: divorzia, sposa June e si licenzia dal lavoro. Decide di dedicarsi esclusivamente alla scrittura ma i tentativi di pubblicare (e quindi di ricevere compensi) falliscono. La situazione economica si aggrava: perdono la casa e a nulla valgono i tentativi di affari più o meno leciti che con una certa ingenuità si intestardiscono a fare. Henry allora si improvvisa venditore ambulante di enciclopedie, June lavora in un locale notturno. Secondo alcuni studiosi (e forse anche secondo lo stesso Miller che lo ha scritto su Sexus, il romanzo autobiografico sugli anni di vita con June a New York) la sua avvenente seconda moglie si guadagnava le mance molto generose che gli elargivano prostituendosi. Nel 1926, il vitalismo spregiudicato di Henry, che molto probabilmente già allora non ignorava l’attività fedifraga della moglie, giunse fino a fargli vivere un appassionato triangolo amoroso tra lui, la moglie June e Jean Kronski. L’esperienza è stata puntualmente riportata nei suoi romanzi, in particolare Nexus e Crazy Cock.
Jean era una poetessa di letture raffinate (gli farà conoscere Proust) che un anno dopo decide di recarsi a Parigi facendosi accompagnare da June, con la quale ha, nel frattempo, intrecciato una relazione.
Nel 1927 June torna, sola, da Parigi. L’anno seguente, dopo l’ennesimo tentativo di scrittura che porterà Henry a dar luce ad un altro romanzo non pubblicato, Moloch, i due affrontano un viaggio nella capitale francese che colpirà molto il futuro scrittore. Nel 1929 tornano a New York e Henry, probabilmente stimolato dal soggiorno nella capitale culturale d’Europa, scrive Lovely Lesbians, opera ispirata al triangolo amoroso con June e Jean. Anche questo romanzo non viene pubblicato, probabilmente più per lo scandaloso contenuto che la puritanissima America di quegli anni non perdonava che per il livello letterario. Intanto gli Stati Uniti e il mondo occidentale conoscono la Grande Depressione – la prima, per lo meno – e Miller, sempre in ristrettezze economiche, decide di fare il passo più importante e spericolato della sua vita: andare a vivere a Parigi. I primi mesi li passa letteralmente per strada: dorme sulle panchine pubbliche, soffre la fame per giorni, ma grazie ad alcune amicizie si risolleva. Guadagna qualcosa facendo il correttore di bozze, occasionalmente insegna inglese, ma soprattutto frequenta intellettuali e scrittori, conosce la psicoanalisi, conosce Anaïs Nin e scrive il suo vero esordio.
La scrittrice erotica franco-americana Anaïs Nin è un personaggio che meriterebbe una trattazione a parte. Leggendaria erotomane amante, tra gli altri, del suo psicoanalista, Otto Rank (uno dei maggiori allievi di Freud), di Antonin Artaud e, stando ai suoi diari, di Gore Vidal. Nel 1931 conosce (e ama) anche Henry Miller, che aiuterà pure finanziariamente, essendo sposata a un ricco banchiere. Tra i due (Miller e la Nin) c’è una forte intesa intellettuale, oltreché fisica; è anche grazie ai suoi consigli e al suo sostegno psicologico che Henry compone Tropico del Cancro. Nei suoi celebri diari la Nin scriverà: «Mi è piaciuto subito, non appena l’ho visto scendere dalla macchina e mi è venuto incontro sulla porta dove lo stavo aspettando. La sua scrittura è ardita, virile, animale, magnifica. È un uomo la cui vita inebria, pensai. È come me».
Nei primi mesi del 1932 Henry riceve la visita della moglie June. «Quando June mi è venuta incontro, ho visto per la prima volta la donna più bella del mondo», così Anaïs commenta nei suoi diari il primo incontro con la moglie di Henry, con la quale avrà una fugace ma intensa relazione amorosa.
L’anno seguente Miller divorzia da June e, sempre a Parigi, prosegue la sua vita ricchissima di scoperte e relazioni intellettuali (Queneau, Aragon, Durrell) ma ancora poverissima sotto il profilo economico. Nel 1934 riesce a pubblicare Tropico del Cancro, ma a sue spese – anzi, a spese della Nin. L’opera riceve buone recensioni da Cendrars, Céline e Pound, nel suo paese però non riesce a pubblicare, è considerata troppo audace e anche in Francia, in fin dei conti, non vende molto.
Negli anni seguenti pubblica (in Francia) con una certa regolarità: Primavera Nera (1936), Max e i fagociti bianchi (1938), Tropico del Capricorno (1939). Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale lascia Parigi e andrà per un breve periodo in Grecia, ospite del suo amico Lawrence Durrell.
Maria de Medeiros e Uma Thurman interpretano Anais Nin e June Mansfield nel film Henry & June (1990), tratto dai diari della Nin |
Nel 1940 Miller torna nel suo odiato paese e, nonostante la fama quasi leggendaria che gode in Europa (George Orwell scrive un piccolo saggio su di lui), non riesce a trovare di meglio che scrivere per miseri compensi racconti erotici e oroscopi. Il mondo anglosassone, infatti, ha vietato i suoi libri e tranne qualche titolo e il mercato di contrabbando, Miller negli Stati Uniti è praticamente sconosciuto. Per un’ingarbugliata vicenda, probabilmente legata alla guerra, non riesce a ricevere i compensi delle vendite dei suoi libri in Europa. Ha difficoltà pure a pubblicare Incubo ad aria condizionata, (resoconto di un viaggio attraverso gli Stati Uniti) per il palese antiamericanismo.
Comincia a lavorare al primo dei tre volumi della Crocifissione rosea e cerca fortuna nel mondo del cinema, anche in questo caso senza successo. Si sposa per la terza volta nel 1944 a cinquantatré anni con una studentessa ventenne.
Continua la vita di sempre scrivendo e pubblicando in svariate lingue (ma non in quella inglese) e frequentando donne: nel 1956, infatti, si sposa per la quarta volta.
Per Miller la letteratura è un modo per purificarsi («L’uomo scrive per liberarsi del veleno che ha accumulato con il suo modo falso di vivere»), la sua critica alla vita e al sistema americano si fa via via più radicale: «Più si trionfa in questo mondo, più si sconfigge se stessi»; «I ciechi conducono i ciechi. Questo è il sistema democratico».
Nel 1959 la Grove Press pubblica negli Stati Uniti L’amante di Lady Chatterley, lo scandaloso libro di Lawrence scritto nel 1928 e mai pubblicato prima nel mondo anglosassone; e due anni dopo, con enorme successo di vendite, Tropico del Cancro di Miller. Henry passa dal quasi anonimato (nel suo paese) ad una straordinaria fama dovuta anche allo scalpore che seguirà la pubblicazione di questo (e poi degli altri suoi romanzi) e alle vicende giudiziarie ad essa legate. Nel 1964 le opere di Miller vengono assolte dalle accuse di oscenità e questa sentenza sarà una delle fondamentali tappe del tortuoso percorso della rivoluzione sessuale. Nel 1973, sulla base di questa sentenza, la Suprema Corte degli Stati Uniti d’America stilerà il Miller test, un testo che stabilisce quando un’opera può decretarsi oscena, e quindi censurarla, o un’opera d’arte.
L’America scopre dunque tardivamente questo fustigatore del perbenismo borghese, in concomitanza con l’esplosione della contestazione giovanile, della guerra in Vietnam e della Beat generation, che vedeva in Miller un padre spirituale.
Durante gli anni Sessanta e Settanta ha una vita finalmente calma e rilassata, lontana dagli stenti che ha patito tutta la vita, senza farsi mancare, però, qualche piccolo scandalo, qualche polemica sui giornali, qualche scritto sul suo presunto antisemitismo, e qualche matrimonio. Nel 1967, infatti, si sposa ancora, questa volta (la quinta) con una cantante giapponese trentaduenne. Trova le forze, dieci anni dopo, a 86 anni, di divorziare e di intrecciare un lungo rapporto epistolare (1500 lettere) con Brenda Venus, una modesta attrice già playmate di «Playboy», in perfetto stile Miller.
«Tutto quel che chiedo dalla vita è un mucchio di libri, un mucchio di sogni, e un mucchio di fica». Missione compiuta.
«Tutto quel che chiedo dalla vita è un mucchio di libri, un mucchio di sogni, e un mucchio di fica». Missione compiuta.
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