Nelle scorse settimane si è molto parlato dello scrittore siciliano Andrea Camilleri, resosi protagonista al Festival di Roma con delle affermazioni sulle condizioni del cinema italiano e soprattutto sulle difficoltà che hanno i giovani di esprimersi: «Si puo' dire ad un giovane solo di essere se stesso, di farsi condizionare il meno possibile da una societa' che finge di darti la massima libertà, e invece ti da' il massimo condizionamento. Io sotto il fascismo ero più libero di voi oggi.» Questo è quanto ha detto lo scrittore durante l’incontro con i ragazzi, organizzato dalla sezione "Alice nella città", dove ha anche parlato della Rai e di quanto sia difficile oggi lavorarvi. Camilleri ha anche parlato del suo rapporto con il cinema commentando le scene di vari film legati alla sua giovinezza e la sensazione di una generalizzata sottovalutazione dell'importanza della cultura.
Dopo aver lasciato Roma Camilleri si sposterà presso il tribunale di Parma, chiamato in causa da Domenico Cacopardo, magistrato del Consiglio di Stato in pensione e scrittore conterraneo, il quale lo ha denunciato per diffamazione. Sembrerebbe infatti che il personaggio dell’ultimo libro di Camilleri, Il nipote del Negus che si chiama anch'esso Cacopardo, che svolge la professione di magistrato e scrittore, non sia piaciuto al presunto soggetto in carne e ossa richiedendo il sequestro del libro per queste parole: «[...] Persona attendibile anche se un poco chiacchierato (è fissato di essere un grande scrittore e consuma il suo stipendio pubblicando romanzi a sue spese)...»
Cristina Dipietro
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