Il mondo del tabacco, senza far nessun elogio dello stesso, chiama a sé molti artisti, specie gli scrittori, i quali durante la stesura delle loro opere tengono quasi sempre accanto una pipa, un sigaro o una sigaretta, è una sorta di zona del Mito. Ma quando addirittura a uno scrittore divenuto un mito gli si dedica un prestigioso tabacco che prende il nome di Maigret Cut’s, non è cosa da poco.
Sono in molti gli scrittori come Tolkien, Miller, Twain, Austin, Sartre, Faulkner, Doyle, Grass, Pennac, Pascoli, Ungaretti, Saba, Flaiano e tanti altri, immortalati in dipinti, dagherrotipi, foto, con di tra le dita o fra le labbra una pipa. Oggetto che invita alla meditazione, pieno di carattere, bello da esibire e che evoca inevitabilmente atmosfere senza tempo.
Ma lo scrittore che incarna, o se vogliamo rappresenta più di chiunque altro, senza tener conto dei personaggi di romanzo, il mondo della pipa, con in più l’onore di avere una raffinata miscela di tabacco a lui dedicata, è senza ombra di dubbio Georges Simenon. Non è possibile scindere Simenon dalla pipa, un connubio visivamente conosciuto ai più. Questi, prediligeva quella di radica e dritta, che definiva una parte di lui stesso e che fumava in ogni dove e da sempre. La prima l’acquistò a tredici anni e d’allora pare non abbia più smesso, difatti è quasi impossibile trovare una foto in cui appaia scevro del suo caro oggetto: carismatico, da compagnia, perfettamente in opposizione alla sigaretta da consumare velocemente e gettare. Per Simenon la pipa era una cosa seria, da amare, arrivò a collezionarne circa trecento, la maggior parte delle quali del tipo con le caratteristiche sopraddette. Invece il tabacco che privilegiò fu l’inglese Dunhill, orientandosi definitivamente nel periodo di massimo successo, quando non aveva economicamente da che preoccuparsi, sul prestigioso Royal Yacht Club conosciuto ora come Royal Yacht Mixture.
Inoltre anche l’arte ha elevato a simbolo espressivo la pipa, suscitatrice d’atmosfera, associando tale oggetto a personalità dal carattere complesso. In pittura gli esempi sono innumerevoli, il più famoso è quello di Magritte: una semplice ed elegante semicurva pipa che non si può fumare, ma si può solo immaginare come sarebbe fumarla, creando una realtà altra, surrealista e paradossale tra forma e definizione, illusione e inganno.
Oltre tutto se volessimo fare un quadro sommario delle caratteristiche di chi fuma la pipa, non sarebbe un azzardo parlare di spiccata inclinazione alla riflessione, alla fantasia, alla meditazione, alla creatività, con una predisposizione a sprofondare in corti sprazzi di tempo avvolti in bianche nuvole di fumo.
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