Mi vergogno un po', alla mia età, di lasciare la filosofia e la mia solitudine per diventare il buffone del re; ma sembra ci fosse gran folla che ambiva essere rivestita di questa grande dignità, e mi è stato fatto l'onore di darmi la preferenza.Impreziosite d’ironia, di tenerezza, di apprensione, le lettere di Voltaire a Marie-Louise, vedova Denis, sua nipote, tratteggiano un Voltaire a tratti tediato dalla mediocrità, a tratti affettuoso, a tratti ambiguo nei confronti dei potenti, combattuto tra il suo volere essere filosofo solitario e il suo desiderio di pavoneggiarsi innanzi a loro.
Madame Denis è, in tutto questo, un confessore, un’amante con cui potersi sfogare. Alcune lettere, appunto, si rivolgono a lei come se questa fosse un’amica, altre invece, lagnose, riportano il racconto di numerose brighe quotidiane. Racconta alla nipote delle sue malattie (ipocondria?), della sua insofferenza verso la vita di corte, ma sempre si legge dell’affezione sentita, vera, addirittura compassionevole quando il filosofo apprende della morte del marito della nipote.
Parecchie lettere sono scritte, soprattutto quelle legate al desiderio e all’amore, in un italiano sgrammaticato, ingenuo e quasi burocratico, eppure vi si lascia sempre trasparire la sincerità e la passione verso la nipote. E non mancano divertenti, quanto inaspettate, oscenità che alludono a una loro storia sessuale…
Importanti le note che arricchiscono le epistole alla fine del libro: raccontano da vicino gli anni del filosofo e scrittore francese durante lo scambio epistolare con madame Denis.
Le foto e i post, se non diversamente specificato, sono state realizzate da Salvatore Calafiore e si possono trovare, insieme ad altro, su: http://salvokalat.blogspot.com/
Salvatore Calafiore
Salvatore Calafiore
Geniale citazione in "A ciascuno il suo" di Leonardo Sciascia
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