Più di un secolo fa il filosofo anarchico Pierre Joseph Proudhon ebbe parole di profondo disprezzo per la borghesia, definita: «carnosa e facoltosa, deformata dal grasso e dal lusso, in cui la mollezza e la massa soffocano l’ideale, destinata a morire di poltronaggine». Non è molto distante l’anarchico cantastorie De Andrè quando canta nella Canzone del maggio: «anche se voi vi credete assolti siete lo stesso coinvolti».
Mentre gli studenti (e con loro i terremotati de L’Aquila, gli abitanti di Terzignio, ecc.) protestano da mesi in tutta Italia, sarebbe utile riascoltare questa canzone scritta per tutt’altro contesto (le proteste del Maggio ’68):
«E se nei vostri quartieri tutto è rimasto come ieri/ senza le barricate, senza feriti, senza granate/ se avete preso per buone le verità della televisione/ anche se allora vi siete assolti, siete lo stesso coinvolti».
Mentre gli studenti (e con loro i terremotati de L’Aquila, gli abitanti di Terzignio, ecc.) protestano da mesi in tutta Italia, sarebbe utile riascoltare questa canzone scritta per tutt’altro contesto (le proteste del Maggio ’68):
«E se nei vostri quartieri tutto è rimasto come ieri/ senza le barricate, senza feriti, senza granate/ se avete preso per buone le verità della televisione/ anche se allora vi siete assolti, siete lo stesso coinvolti».
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