Ho sempre avuto un idiosincrasia verso il Festival di San Remo credo ricambiata dal Festival stesso. Tuttavia mi ha incuriosito il voto che Mario Luzzatto Fegiz sul «Corriere della Sera» ha dato alla canzone di Vecchioni: 10. Cosa avrà cantato per meritare tanto? In effetti mi sembra una bella canzone, e anche l’unica possibile di questi tempi, ma ho notato una cosa. Nel testo si evocano la precarietà lavorativa, le manifestazioni di piazza, la mala politica. I versi sono in rima, come questi:
Per il poeta che non può cantare
per l’operaio che non ha più il suo lavoro
per chi ha vent’anni e se ne sta a morire
in un deserto come in un porcile
e per tutti i ragazzi e le ragazze
che difendono un libro, un libro vero
così belli a gridare nelle piazze
perché stanno uccidendo il pensiero
per il bastardo che sta sempre al sole
per il vigliacco che nasconde il cuore
per la nostra memoria gettata al vento
da questi signori del dolore
per la nostra memoria gettata al ventoda questi signori del Parlamento
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