Casa del Cinema Manuel de Oliveira (foto di VeRoNiK@ GR) |
Il premio Pritzker è considerato il Nobel dell’architettura; simili, infatti, sono le modalità organizzative e giudicanti della giuria che premia non una singola opera ma l’intera carriera di un architetto. Quest’anno la Hyatt Foundation, che gestisce l’ambitissimo premio, ha scelto Eduardo Souto de Moura.
È la seconda volta che un architetto portoghese vince questa medaglia (più 100.000 dollari), nel 1992, infatti, fu Álvaro Siza a ritirarlo ed è significativo che sia il suo allievo prediletto a vincerlo adesso, diciannove anni dopo, esattamente come gli anni che separano Siza da Souto de Moura.
È bello notare come il Pritzker Prize abbia saputo alternare, tra i premiati degli ultimi anni, archistar come Nouvel, Rogers o Hadid ad architetti solitari e modesti come Mendes da Rocha, Zumthor e adesso Souto de Moura.
Museo Paula Rêgo (foto di Fernando Guerra_www.ultimareportagens.com) |
Ho avuto l’onore di conosce Eduardo Souto de Moura e di avere con lui una breve conversazione nel suo studio di Oporto dieci anni fa. Mentre schizzava per me la Casa del Cinema che ha progettato per Manuel de Oliveira (anche lui portuense), ricordo bene come sembrava estraniarsi, seguire il ritmo dei segni “secchi” e decisi che tracciava sul foglio; solo quando terminò il disegno sembrò come riaversi e riprendere normalmente la conversazione.
Il suo aspetto da salumiere, la sua schiettezza rude: tutto cozza con l’idea del raffinato e poetico artista che è, anche le sue parole: «Non credo in quegli architetti che vogliono essere artisti. Chi si propone deliberatamente come artista elimina sin dall’inizio qualsiasi possibilità di raggiungere un’espressione autenticamente artistica».
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