Vi sarà certamente capitato di leggere le pagine di un sito e di perdere parole, di saltare le righe, di accelerare la lettura e alla fine di faticare a comprendere il succo del discorso: perché nel frattempo vi siete distratti, avete pensato ad altro e siete giunti alla fine. Succede anche a me, purtroppo. Qualsiasi pagina letta su internet mi induce automaticamente ad accelerare, a consumare tutto rapidamente, a giungere al dunque saltando anche parti essenziali. Solo un'attenta autodisciplina mi impone una seria lettura. Forse è tutta colpa del supporto, perchè il monitor non rilassa come la lettura di leggere un libro. Ma questa tendenza, specie per i cosiddetti "nativi digitali" sembra essere un serio problema.
Leggendo l'articolo a firma di Michele Maggino Internet ci rende stupidi? si chiariscono molte cose.
Il nostro cervello è un organo in grado di adattarsi a diverse situazioni e ad usare certe aree celebrali adattandole in base alle esigenze di vita. L'introduzione delle nuove tecnologie ha esteso le capacità individuali consentendoci di apprezzare un video, di poter prendere rapidamente decisioni al PC ecc. Ma questa capacità ci sta facendo perdere un dono essenziale: la capacità di concentrazione, di analisi e di riflessione su un argomento. Le nuove generazioni dimostrano spesso tutto ciò, una grande difficoltà nell'applicarsi e nel seguire un discorso logico. Questa "involuzione" deriva dal nuovo approccio con la tecnologia, nella fattispecie Internet. In internet, tutto avviene rapidamente, tutto muta in un clic ma soprattutto è necessario filtrare una grande mole di informazioni. Così leggiamo solo le parti essenziali di una pagina, captiamo lo stretto significato lasciando perdere l'approfondimento.
Tutto ciò si tramuta in un progressivo impoverimento delle nostre capacità che vengono modificate in osservanza alle nuove esigenze. Nell'articolo, che suggerisco di leggere con attenzione, si analizzano tutti questi aspetti e l'evoluzione che nella società odierna internet e gli altri media stanno producendo sull'uomo. Una ulteriore rivoluzione antropologica che certamente non prospetta nulla di buono.
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