Xu Zhimo è un poeta cinese della prima metà del secolo scorso ed è considerato uno dei maggiori poeti cinesi moderni. Grazie ai suoi viaggi in occidente (specialmente in USA e Inghilterra) scoprì e si lasciò influenzare dalla poesia romantica inglese, Keats e Shelley ma anche dai simbolisti francesi. Tornato in Cina compose poesie dalla forte influenza metrica occidentale.
Arrivederci Cambridge è un saluto alla città che lo aveva accolto per anni, Cambridge appunto, ma anche una delle più famose poesie di Xu Zhimo, morto nel 1931 a causa di un incidente aereo.
La prima audiolettura è in italiano, mentre la seconda verrà letta in cinese.
Arrivederci, Cambridge
Me ne vado quietamente
proprio come son venuto.
Un lieve cenno di mano,
un saluto alle nuvole
di seta dell'occidente.
Ah! Quei salici dorati
sulle rive del ruscello
sembrano giovani spose
nel sole del crepuscolo.
Le loro ombre voluttuose
si riflettono sulle onde,
mi penetrano nel cuore.
Verdi alghe nella fanghiglia
s'agitano sotto l'acqua
simili a macchie oleose.
Nella tua calma corrente,
come sarei felice, o Cam,
d'essere pianta di fiume.
Lo stagno all'ombra dell'olmo
non è limpida sorgente,
è arcobaleno celeste,
frantumato fra le alghe,
disperso infine tra sogni
dai colori iridescenti.
Spinto da lunga pertica
li va a cercare lo scafo
in mezzo al verde più intenso.
Colma di luce siderea
innalza lieta il suo canto
la barca sotto il brillante
luccichio delle stelle.
Io però non posso cantare.
Tacciono i flauti dell'addio.
Tacciono persino gli insetti
in questa sera di Cambridge
sprofondata nel silenzio.
Quietamente me ne vado,
proprio come son venuto.
Un lieve cenno di mano,
ma le nuvole di seta
non posso portarle con me.
Me ne vado quietamente
proprio come son venuto.
Un lieve cenno di mano,
un saluto alle nuvole
di seta dell'occidente.
Ah! Quei salici dorati
sulle rive del ruscello
sembrano giovani spose
nel sole del crepuscolo.
Le loro ombre voluttuose
si riflettono sulle onde,
mi penetrano nel cuore.
Verdi alghe nella fanghiglia
s'agitano sotto l'acqua
simili a macchie oleose.
Nella tua calma corrente,
come sarei felice, o Cam,
d'essere pianta di fiume.
Lo stagno all'ombra dell'olmo
non è limpida sorgente,
è arcobaleno celeste,
frantumato fra le alghe,
disperso infine tra sogni
dai colori iridescenti.
Spinto da lunga pertica
li va a cercare lo scafo
in mezzo al verde più intenso.
Colma di luce siderea
innalza lieta il suo canto
la barca sotto il brillante
luccichio delle stelle.
Io però non posso cantare.
Tacciono i flauti dell'addio.
Tacciono persino gli insetti
in questa sera di Cambridge
sprofondata nel silenzio.
Quietamente me ne vado,
proprio come son venuto.
Un lieve cenno di mano,
ma le nuvole di seta
non posso portarle con me.
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