Eccoci arrivati al periodo dell’anno preferito dai cine-deficienti: l’appuntamento col film di Natale. «Che male c’è? Ci facciamo due risate» pensa il buon uomo. E no! L’uomo ha sviluppato la vergogna come deterrente dell’immoralità, del dilagare di cattive abitudini deleterie per il genere umano – e non sto assolutamente parlando di cattolicesimo – per cui è bene imparare a vergognarsi, e possibilmente a sottrarsi, a questa (ennesima) infausta tradizione natalizia.
Quest’anno non bastava la crisi, il ritorno dell’ICI, la stretta sulle pensioni, no. Quest’anno ben tre cine-stronzate attendono i soliti milioni di spettatori e le solite stroncature dei critici: Finalmente la felicità, di Leonardo Pieraccioni, Natale a Cortina, con Christian De Sica, e Natale con i miei, con l’Eduardo de Filippo dei nostri tempi: Massimo Boldi.
Godetevi questa sintesi perfetta del grande Maccio Capatonda, sul «genere di film che il mondo ci invidia».
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