«Eh, la penna… Hai il dono della penna!» gli diceva Cicco Paolo.
«E tu della parola.»«Parlo si, e quel che dico svanisce come il fumo…»«Sai ragionare»«Forse… ma immaginare è meglio…»Vincenzo Consolo, Nottetempo casa per casa
Abbiamo tutti, noi del gruppo originario di Elapsus, chi più chi meno, un debito di riconoscenza verso Vincenzo Consolo. La sua incessante ricerca sul suono delle parole, sulla musicalità del verso; la sua indagine archeologica sulle espressioni dialettali, il suo pastiche letterario, ci hanno insegnato tanto. La notizia della sua morte ci ha molto colpito, per ricordarlo vi rimando ad un bel post scritto da Fabio Stassi per Minima & Moralia, il blog della casa editrice Minimum fax.
Stassi ricorda i suoi incontri personali con Consolo: nel 1995 alla Biblioteca di Storia contemporanea della Sapienza di Roma, dove il gruppo organizzatore aveva invitato anche José Saramago, ma il Dipartimento si era opposto perché non lo aveva ritenuto un personaggio così noto.
Nel 2001 Stassi rincontra Consolo al Salone del libro di Parigi, che quell’anno vedeva come paese ospite l’Italia. Sorprendente quando racconta che prese posto nella sala della conferenza accanto a Daniel Pennac, che scoprì essere un grande ammiratore di Consolo.
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