Retablo è uno dei romanzi più rappresentativi della letteratura di Vincenzo Consolo: la sua passione storica per una Sicilia mitica ma realistica, la forza strepitosa della sua lingua, e le debolezze della narrazione. Quest’opera racchiude i tratti distintivi di una singolare vicenda letteraria conclusasi il 21 gennaio di quest’anno.
La storia (come sempre un mero pretesto per lasciare spazio alle descrizioni della Sicilia di un tempo) è quella del pittore Fabrizio Clerici (il nome è preso a prestito da un celebre pittore milanese suo amico) che compie, in pieno Settecento, un viaggio di formazione culturale attraverso le bellezze architettoniche e naturalistiche in una terra allora considerata esotica. È il Grand Tour, che accompagna il pittore a scoprire quella Sicilia viva, crudele, bella e ostile.
Il Sancho Panza di questo pellegrinaggio artistico e sociologico è l’ex frate Isidoro – ma io suggerirei anche un accostamento a Jacques il fatalista, il capolavoro di Diderot – impazzito d’amore per Rosalia…
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