L’Emilia degli anni ottanta come metafora di un’adolescenza «moderatamente inquieta», politicamente impegnata, quietamente introversa. I sogni di un «Piccolo mondo antico» spazzati via dalla caduta del “muro”; il Socialismo come una verginità perduta.
Dentro un provincialismo ostentato e a larghi tratti autobiografico, i testi di Max Collini, paroliere e “lettore” delle canzoni (canzoni?) degli Offlaga disco pax, s’impongono per la forza letteraria che posseggono.
Alle elaborate basi musicali di Enrico Fontanelli e Daniele Carretti (il cui rimando immediato è quello ai CCCP o ai Kraftwerk) si sovrappongono gli originali e divertenti “racconti” di Max: il professore di Agraria di Kappler, Ilenia, il primo amore di Khmer Rossa, i wafer Tatranky come metafora del tramonto del sogno socialista della omonima canzone, l’auto-furto di Dove ho messo la Golf? o la storia della sua prima fellatio in Cioccolato I.A.C.P.
Venti minuti è l’ultimo brano del loro secondo (e fino a Marzo ultimo album) Bachelite; Collini racconta del suo complicato rapporto col padre…
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