In questi giorni, nei cinema italiani, ci sono due film a loro modo singolari: Un giorno questo dolore ti sarà utile, di Roberto Faenza e È nata una star?, di Lucio Pellegrini. Entrambi i film sono tratti da romanzi, ma soprattutto, sono tratti da romanzi stranieri. Il primo è la trasposizione dell’omonimo libro di Peter Cameron, romanzo di formazione che ha avuto l’onore di essere paragonato a Il giovane Holden di Salinger. È nata una star? è la trasposizione dell’ultimo, e omonimo, romanzo di Nick Hornby.
Credo sia un fatto molto raro che un film italiano sia tratto da un romanzo contemporaneo di un autore straniero. E credo altrettanto singolare la apparente facilità con la quale Roberto Faenza abbia girato a New York, in inglese e con attori internazionali. Certo, Peter Cameron andava sul sicuro affidando il suo film a un autore come Faenza; e poi lo scrittore statunitense ha un debito di riconoscenza verso l’Italia. Udite, udite, i suoi libri, soprattutto questo, sono più venduti qui che negli Stati Uniti, che ha una popolazione cinque volte maggiore; e mica si tratta di robetta commerciale, Cameron è veramente un autore raffinato. Qualche volta una buona notizia, proprio dove non te l’aspetti, arriva.
Nick Hornby è una star della letteratura mondiale, film tratti dai suoi romanzi sono stati interpretati da attori come: Colin Firth, Hugh Grant o Drew Barrymore. È perciò una vera sorpresa sapere che abbia – lui o chi per lui – concesso i diritti del suo ultimo romanzo a Lucio Pellegrini, e ad attori come Luciana Littizzetto e Rocco Papaleo. Ma questi, probabilmente, sono i singolari effetti della globalizzazione…
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