A una prima occhiata il suo viso non rivelava più di ventitré anni, anche se dopo sarei stato pronto a dargliene trenta. Nel suo sorriso c'era qualcosa di infantile. La sua pelle aveva una certa morbidezza femminea; i capelli biondi, naturalmente ondulati, incorniciavano in modo assai pittoresco la fronte pallida e nobile su cui solo una lunga osservazione permetteva di notare le tracce di un reticolo di rughe che probabilmente diventavano molto più marcate nei momenti d'ira o d'inquietudine interiore.
L'ingegnosa e originale struttura del romanzo, che di volta in volta si tramuta in raccolta di racconti o in diario intimo, ha come protagonista Pečòrin, uno dei prototipi del romanzo moderno. Burattinaio, crudele, manipolatore psichico, sadico, stratega, Pečòrin è il seduttore che non riesce ad amare, l'uomo che non riesce a stabilire un'amicizia per la vita.
Senza seguire un ordine cronologico, un uomo in viaggio (bellissime le descrizioni dei panorami caucasici) riporta su un diario le storie narrategli su Pečòrin. Il romanzo inizia con la mielosa ed eccessiva romantica storia di Bèla, una bellissima ragazza rapita da Pečòrin per un suo ghiribizzo. La ragazza è costretta ad amarlo, e così sarà. Fino a quando, mentre Pečòrin avverte la noia del rapporto, Bèla sarà uccisa con una pugnalata alla schiena da un uomo che voleva vendicarsi per una malefatta subita. Maksim Maksimyč, amico di Pečòrin, insieme al narratore, suo compagno di viaggio, lo incontrano per pochi istanti durante il loro viaggio e ne avvertono la freddezza, la noncuranza, nonostante la fraterna amicizia. A questo punto Maksim Maksimyč, deluso dal comportamento dell'amico, affida al narratore il 'Diario di Pečòrin'. Nel diario si racconta di un furto subìto in una notte dal sapore mitologico; di un amico allievo ufficiale infatuato di una principessina moscovita, di come quest'ultima, con il calcolo e lo stratagemma, invece si innamori di un divertito e indolente Pečòrin; del duello con l'amico militare e la morte di quest'ultimo; di una scommessa dal sapore vagamente metafisico sull'esistenza della predestinazione.
L'amore, l'amicizia, la vita: fuochi destinati a spegnersi, a riscaldare fino a quando l'inevitabile noia con il suo vento ne spegnerà le fiamme. E la consapevolezza del suo cinismo, della sua insoddisfazione, della sua solitudine fa di Pečòrin uno degli eroi moderni.
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