Il testo scritto, per quanto sublime, è comunque lettera morta. Prende vita solo se noi gli diamo risonanza. Gassman affermava che la recitazione si studia come il violinista studia il suo strumento. Per affinare tutte le espressioni dell'animo. Una sonata di Chopin diventa musica solo grazie alle dita di un pianista.
Alfred Edward Housman, poeta e filologo inglese, diceva «Io non so cosa sia la poesia, ma la riconosco quando la sento.» Ed il punto è tutto qui. Sentire. Comprendere con i più profondi sensi dello spirito che la materia che ci viene offerta, con una forma, con dei colori, musicalmente, è parte della nostra vita. Siamo noi, il nostro vissuto, anche emotivo, il mondo che ci comprende. E ci riconosciamo in essa.
Non sempre è facile farlo. A volte sbagliamo il tono, altre il ritmo, altre ancora la cadenza che le parole devono avere per aprirsi alla nostra comprensione. Il testo rimane oscuro. Morto.
Ed ecco il ruolo quasi sacrale dell'attore. Prestare la sua sensibilità al poeta per discoprire il testo.
La raccolta che segue è un viaggio nella poesia italiana. Antologia personale di Vittorio Gassman. Poesia italiana dell'Ottocento e del Novecento cioè da Foscolo ai poeti a noi contemporanei, in una vibrante e magistrale lettura di Vittorio Gassman, Franca Nuti, Roberto Herlitzka, Lina Sastri, Franco Giacobini, Ludovica Modugno, Paila Pavese e Paolo Giuranna.
Un'esperienza magica, introspettiva. Un volo vertiginoso intorno a noi stessi.
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