19 gennaio 2013

Glenn Gould - Le variazioni Goldberg

Glenn Gould

Glenn Gould
ha inciso le Variazioni Goldberg due volte. La prima volta, nel 1956 dandone un'interpretazione estremamente controversa ed eterodossa per i tempi, che lo ha subito portato all'attenzione del pubblico mondiale, sancendo l'inizio della sua brillantissima e breve carriera concertistica. Gould, infatti, all'apice del successo, ritenendo che il rapporto con il pubblico inquinasse fatalmente la sua concentrazione musicale, decise, nel 1964, di non dare più concerti per dedicare la propria vita alla ricerca pura ed alla registrazione.

Nel 1981, pochi mesi prima della morte, Gould incise e filmò una seconda interpretazione delle Variazioni Goldberg, del tutto diversa dalla prima: più lenta ed introspettiva (della durata di circa 51 minuti).
Fino a quel tempo si era scelto di suonare le Variazioni G. ad una velocità che ne esaltasse i momenti di "fuga".
Ma Gould, che era un genio, comprese che l'aria iniziale delle variazioni non poteva essere resa nel suo profondo senso meditativo ed introspettivo se eseguita ad una velocità troppo sostenuta. Allo stesso modo le variazioni centrali, in cui Bach sembra contemplare misteri onirici, esaltano la loro bellezza solamente se suonate più lentamente.
Anche la magia della ripresa del tema iniziale diventa sublime se portata al tempo di una ballade.

Così, pochi mesi prima di morire, Gould ci ha lasciato questo dono preziosissimo e meraviglioso. Ha visto il mistero delle Variazioni Goldberg (scritte per il conte Hermann Carl von Keyserling che soffriva di ansia notturna ed insonnia, e concepite per il musicista del conte, e discepolo di Bach Johann Gottlieb Goldberg), il loro misticismo onirico, la loro capacità narrativa di un'avventura tutta intellettuale in luoghi sconosciuti ma sublimi, dove non siamo mai stati ma che tuttavia riconosciamo all'ascolto.
I luoghi dell'infinito.

Video e audio delle Variazioni Goldberg del 1981:
 

Se la musica è il linguaggio della nostra mente, e se nella nostra mente c'è un mistero, la musica è il linguaggio di quel mistero.


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