Quattordici anni, i seni che premono sotto l'abito stretto da scolara, che feriscono e impacciano il corpo debole, infantile... I piedi grandi e quelle lunghe bacchette con all'estremità due mani arrossate, dalle dita sporche d'inchiostro, che magari un giorno diventeranno le più belle braccia del mondo... Una nuca fragile, capelli corti, incolori, secchi e leggeri...
In questo incalzante e raffinatissimo racconto lungo, Antoinette, una quattordicenne che sin dalle prime pagine si presenta insofferente, si sente soffocata dalla presenza dei genitori. E, nonostante la giovane età, ricorda con ardore i severi rimproveri, seppur lontani nel tempo, impartiti dai genitori alla presenza di altri. Cresce quindi nella giovane, piano piano, ma caricandosi sempre più ferocemente, un sentimento di fastidio, di irrequietezza, che quasi sfocia nell'odio. Antoinette è sognatrice, dall'intelligenza affilata; i genitori invece, diventati ricchi improvvisamente, preoccupati di apparire opulenti più che ricchi di esperienza e di fatica, non riescono a cogliere la sensibilità e i desideri della figlia adolescente. La madre sopratutto, la vera antagonista.
Ecco quindi i temi principali di questo bellissimo racconto: lo scontro tra madre e figlia, tra la spavalderia dell'adolescenza e l'ottusità della maturità, l'ipocrisia sociale, la vendetta...
Si deve organizzare un ballo, uno di quelli dove si fa sfoggio delle proprie ricchezze e del proprio potere e si ha la sensazione di essere finalmente accettati in un mondo che prima si agognava e si vedeva lontano. Antoinette è coinvolta: deve scrivere i biglietti di invito; è coinvolta soprattutto nei suoi sogni di principessa... Eppure i suoi sono solo sogni. I genitori le proibiscono di partecipare al ballo. Eccola dunque la vendetta, terribile perché senza i limiti della ragione; terribile perché partorita da una mente in preda alla passione. La vendetta è voluta, bramata, malgrado ciò non è architettata, premeditata nei dettagli. Si presenta un'occasione, non calcolata, e Antoinette, ritrovate per caso tra le mani gli inviti da imbucare, senza pensarci due volte li accartoccia e li getta nella Senna. Dopo estenuanti preparativi, dopo una lunga e corrosiva attesa, quando ogni cosa è lucentemente pronta, gli invitati non arriveranno al ballo.
La vendetta è compiuta, i genitori e la madre su tutti sono disperati, impotenti di mostrare il loro vano potere...
In verità non è tanto la vendetta in sé a essere tremenda, quanto quell'agghiacciante abbraccio finale alla madre, privo di un qualsiasi briciolo di rimorso, di una quattordicenne ormai con un piede sul sentiero della maturità.
Le foto e i post, se non diversamente specificato, sono state realizzate da Salvatore Calafiore e si possono trovare, insieme ad altro, su: http://salvokalat.blogspot.com/
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