4 agosto 2013

Tarallucci e vino

Cécile Kyenge

Certo, anche il Ministro Kyenge ha le sue colpe. Nascere in Congo, per esempio; portarsi addosso come una lettera scarlatta quell’esuberanza melanimica: sono cose che in Italia (un Ministro dovrebbe saperlo) certe persone fanno ancora fatica ad accettare. La dottoressa Kyenge – è un medico specializzata in oculistica – a suo tempo è pure entrata irregolarmente nel nostro paese e, non paga di aver “rubato” il posto, nel 2004 e nel 2009, a qualche consigliere comunale e provinciale di Modena che già si sfregava le mani, ha adesso “rubato” quello più ambito di Ministro della Repubblica. C’è né abbastanza per far scattare la molla del patriottismo dei leghisti.


Ma siccome quasi tutto, in Italia, – anche la condanna definitiva di un ex Presidente del Consiglio dei Ministri – finisce a “tarallucci e vino”, chiudiamola con un metaforico «volemose bene», espresso dalla versione de L’italiano, che nel 2007 Simone Cristicchi ha pubblicato nell’album Dall'altra parte del cancello.
La genialità di questa versione sta, a mio avviso, nella capacità di aver quasi cambiato il senso della canzone originale di Toto Cutugno, modificando una sola lettera in tutta la canzone, all’ultimo ritornello…

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