La zattera della Medusa di Théodore Géricault (1819)
«Una composizione [...], il cui terribile effetto attira e respinge a un tempo i miei sguardi. È la scena del naufragio nella quale Géricault si è compiaciuto di offrirci tutto ciò che il pensiero degli uomini può immaginare di più orribile e di più spaventoso nella lotta della vita e del trapasso. Ci si immagini, su una zattera in mezzo all'oceano, una ventina di cadaveri che la morte abbia incominciato a divorare e nel cui seno una barbara divinità abbia richiamato un soffio di vita per abbandonarli all'angoscia della distruzione che agisce in loro, e si avrà un'idea di questo quadro mostruoso; sembra che l'autore abbia avuto come scopo di sorprendere l'uomo in quell'abisso di calamità in cui si perde ogni traccia della dignità del proprio essere, in cui si degradano tutte le qualità morali; e a questa sola idea che gli ha sacrificato tutte le regole, tutti i sentimenti della sua arte.»
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