Ho appena terminato di leggere il best seller di Carlo Rovelli Sette brevi lezioni di fisica. Un bel libro, anche se personalmente lo trovo un po' troppo sbrigativo. Tuttavia non ho nulla da eccepire in merito alla bravura dell'autore di parlare di fisica e meccanica quantistica attraverso parole semplici, ma soprattutto molto chiare.
Al suo interno però ho trovato una citazione che non condivido affatto:
[...] troppe volte in passato ci siamo resi conto che sono le nostre intuizioni immediate a essere imprecise: se ci fossimo attenuti a esse, penseremmo ancora che la Terra sia piatta e il Sole le giri intorno. Le intuizioni si sono evolute sulla base della nostra limitata esperienza. Quando guardiamo un po' più lontano, scopriamo che il mondo non è come ci appare: la Terra è rotonda e a Città del Capo hanno i piedi in su e la testa in giù. Fidarsi delle intuizioni immediate, più che dei risultati di una disamina collettiva razionale, attenta e intelligente, non è saggezza: è la presunzione del vecchietto che si rifiuta di credere che il grande mondo fuori dal paesino dove vive possa essere diverso da quello che lui ha sempre visto.
Il senso è dunque che l'intuizione per uno scienziato è un errore da stolti, e che anzi è più saggio giungere ad un'idea attraverso il ragionamento... Si potrebbe anche essere d'accordo con Rovelli se questa affermazione non avesse di fatto sconfessato il metodo di molti scienziati che sono giunti alle loro scoperte grazie soprattutto a un'intuizione. Gli esempi sono molti: Einstein (eppure Rovelli conosce bene la sua biografia!), Tesla o il matematico Ramanujan per citarne solo alcuni.
Personalmente appartengo a quella schiera di persone che per tutta la vita ha basato le proprie idee sul ragionamento, ma col tempo mi sono reso conto che esso è limitante. Uno degli aspetti che il nuovo paradigma della scienza ci vuole dire è quello di ampliare l'intuizione per andare oltre. Youtube è pieno di conferenze in cui si esalta il pensiero intuitivo, spesso associabile in maniera grossolana ad una moda new age. Tuttavia leggendo alcune pagine del libro di Jonah Lehrer Proust era un neuroscienziato, ho trovato subito una risposta a questa citazione grazie ad una puntuale sincronicità.
Nel libro si parlava delle intuizioni del poeta Whitman in merito alle sensazioni del corpo e a come esso sia in grado di percepire molto più della ragione. A dare una sponda a ciò l'autore cita un esperimento del neurologo portoghese Antonio Damasio chiamato Gambling Task.
In questo esperimento i soggetti venivano invitati a giocare dei soldi finti prendendo le carte da gioco da quattro mazzi distinti. Ma i mazzi erano stati modificati onde favorire certi risultati statistici: su due aveva inserito delle combinazioni di carte che favorivano le vincite, su altri due i risultati erano poco vantaggiosi. Così i soggetti dopo aver estratto cinquanta carte iniziavano a preferire il mazzo conveniente e dopo ben ottanta carte riuscivano individuare i mazzi svantaggiosi. Ai soggetti vennero anche applicati degli elettrodi nei palmi delle mani con cui era possibile misurare la conduttanza elettrica della pelle. Attraverso queste misure, dopo appena dieci carte la conduttanza aumentava indicando chiaramente una percezione di tipo nervoso nei confronti dei mazzi di carte sconvenienti. In pratica le sensazioni inconsce più esatte sembrano anticipare ciò che poi il cervello avrebbe elaborato in maniera razionale.
Questo esperimento quindi comprova il fatto che se si esercita l'intuizione le idee giungono prima e meglio, anche se poi grazie a quell'intuizione ne seguirà un ragionamento volto a costruire l'impalcatura solida di una scoperta o d'un qualcosa che si vuole creare. Tutto ciò apre davvero le porte a un approccio alla vita e alla scienza molto diverso a come avviene oggi.
Così mi chiedo, ma Rovelli queste cose le sa o si ostina a ignorarle? Considerando le innegabili doti di scienziato propendo per la seconda ipotesi: ma è pur sempre una mia intuizione, non dateci troppo peso!
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