Secondo un giudizio pressoché unanime, Il De
Architectura è considerato un testo indispensabile per lo studio
dell'edilizia romana. L'opera viene scritta negli anni in cui Roma si ricopriva
di molte opere architettoniche, permettendo all'erudito Vitruvio di esaminare
da vicino tecniche e metodi.
L'opera fiorisce durante il periodo augusteo
(intorno al 15 a.C.) in onore della figura dell'imperatore. Composta in 10
libri si rivolge ad esperti architetti ed ingegneri, all'istruzione di chi si
avvicina all'architettura e materie affini, e ad eruditi che vogliono
approfondire questa disciplina.
La decisione di dedicare l'intero volume al
tema dell'architettura, è spinta dalla constatazione che essa eccelle agli
occhi dell'autore, rispetto alle altre discipline artistiche, e in un certo qual
modo le contiene in se tutte.
Si tratta di una vera e propria scienza in
quanto le nozioni da applicare sul campo non si limitano a idee per così dire
che “circolano nell'aria” ma è indispensabile avere ben in mente le regole del
costruire che abbracciano materie quali chimica, fisica ed ingegneria.
«I fondamenti di questa debbono essere veramente molti, perché di molte cose deve sapere il vero architetto : di alcune però basterà che ne conosca la teoria, ma di altre, che con particolarità concernono l'oggetto principale della fabbricazione, bisogna che ne sappia egualmente a fondo la teoria e la pratica.»*
Quello che Vitruvio concepisce per la sua epoca
è strabiliante. Fin da subito si impadronisce e mette in pratica termini ancora
oggi in pieno utilizzo.
Berardo Galiani ci informa che il testo
vitruviano tratta tre specie di architetture: militare, idraulica e civile. La prima specie, spesso legata
all'architettura civile, comprende costruzioni come torri e ponti levatoi che
spesso si servivano di metodologie riguardanti la meccanica. La seconda specie,
anch'essa subordinata per lo più all'architettura civile tratta delle necessità
di regolamentazione delle acque in edifici pubblici e privati. Infine la
prediletta architettura civile, che occupa la maggior parte del trattato,
espone processi teorici e pratici utili nell'arte del costruire.
La padronanza dei processi teorici è necessaria
per un'esatta scelta dei materiali, una reale conoscenza delle misure e una
buona distribuzione dei pesi. I processi pratici rendono materia l'idea
concepita. Questo non presuppone l'esclusione di conoscenze tecniche ; la mente
del costruttore deve comprendere alla perfezione l'idea del progetto a livello
teorico per poi elaboralo e definirlo a livello pratico.
Nel corso della progettazione - dice -
l'architetto si serve delle rappresentazioni grafiche di pianta, alzato e spaccato. Con il primo termine si fa riferimento ad un particolare
disegno in cui vengono delineate le posizioni in scala di vani,muri, pilastri e
scalinate. Analogamente con il secondo termine si intende un disegno che dà un'idea
generale del prospetto esterno dell'edificio; il prospetto interno invece dato
da quello che viene definito spaccato, permette tramite una sezione grafica del
corpo di fabbrica, la visione interna.
Nel caso in cui le tre rappresentazioni non
siano sufficienti nella realizzazione del prototipo si ricorre al modello. Per modello si intende la
riproduzione dell'idea tramite la costruzione di un piccolo rilievo in carta
che rispetta proporzionalmente il modello reale.
«La fabbrica dunque, che è l'eletto della fabbricazione, poggia la sua bontà sopra tre fondamenti, e sono Comodo, Fortezza, e Bellezza.»*
In molti libri queste tre formule vengono
ricordate come firmitas, utilitas e venustas componenti indispensabili per la buona esecuzione del
progetto.
La comodità (riferibile al primo termine) si
esplica nella posizione, che deve essere conforme alla destinazione d'uso,
nella buona qualità dei materiali e nel suo uso cosciente; nell'applicazione
delle proporzioni su gli elementi che formano l'oggetto; nell'armonia
dell'accostamento degli elementi; nell'esercizio delle
disposizioni che determinano i pregi dell'esecuzione.
La resistenza (riferibile al secondo termine)
dipende dalla scelta dei materiali e delle metodologie. Questo precetto
implica uno studio e una valutazione preventiva dei materiali e delle tecniche
costruttive che andranno a mettersi in pratica in fase di esecuzione.
L'architetto si servirà di strumenti per controllare la qualità, la stabilità e
l'effettiva applicazione delle regole nel processo edilizio.
La bellezza (riferibile al terzo termine) si
manifesta negli elementi decorativi riscontrabili sulla superficie. Riflette
nell'intonaco, nella pittura, nei marmi e negli stucchi. Si serve di simmetria
ed eleganza. La simmetria è riscontrabile nella geometria e nella regolarità
degli elementi. E' la reciproca corrispondenza delle parti in
quantità. L'eleganza è riscontrabile nell'ordine nobile delle colonne,
degli architravi, delle cornici e dei frontespizi.
*L'architettura di Marco Vitruvio Pollione tradotta e commentata dal marchese Berardo Galiani
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