20 novembre 2017

La Sicilia vista da Ferdinando Scianna e Peppino Tornatore (passando per Dolce e Gabbana)


Monica Bellucci, Ferdinando Scianna

La carriera fotografica di Ferdinando Scianna (1943) inizia nella sua Bagheria quando, appena ventenne, allestisce la prima mostra. Il tema da cui prende spunto sono le feste popolari siciliane, un argomento a cui s’ispirerà anche successivamente. Da quel momento la sua professione lo porta spesso in giro per il mondo, ma di frequente torna a lavorare nella sua terra, di cui diviene, per mezzo delle immagini, un cantore tanto da collaborare con molti noti personaggi locali e pubblicare diversi libri ad essa legati. Caso vuole che a quella prima mostra del 1963, tenuta nel circolo culturale di Bagheria, intervenga anche il già celebre scrittore Leonardo Sciascia. Quell’occasione diviene spunto per una relazione che porta l'intellettuale agrigentino di Racalmuto a scrivere i testi del primo libro del fotografo, Feste religiose in Sicilia (1965).


Le collaborazioni che Scianna attiva nel corso della sua lunga carriera sono molte, ma quelle che per ragioni di coincidenze visive desideriamo in questa occasione ricordare, sono quelle con gli stilisti Dolce e Gabbana, con cui lavora nella seconda metà degli anni ’90, e quella con il regista Giuseppe Tornatore.

Nelle foto di Scianna abbiamo spesso incontrato corpi in grado di evidenziare lo stridore tra un fisico femminile flessuoso, sensuale e un po' etereo, contrapposto alle dure figure maschili collocate nei luoghi più realistici della quotidianità. Ma i punti di frattura non si limitano a questo, li ritroviamo infatti anche nella scelta degli abiti alla moda, belli e aderenti, in contrapposizione con il contesto ordinario e inelegante in cui vengono fotografati. Un ulteriore punto di dissonanza è nella posa delle donne. Si tratta di posture da diva, a volte falsamente schive che – accentuate dall'artificiosità della situazione – creano un attrito. La medesima opposizione dualistica tra bello/brutto, donna/uomo, elitario/popolare riscontrabile proprio nelle immagini pubblicitarie che Scianna crea nell'87 per la società d’alta moda dei citati Dolce e Gabbana. Allusioni visive ossimoriche proprie della realtà meridionale che non mancano neppure nel cinema di Tornatore.

Monica Bellucci, Malena
Infatti nel film Malena (2000) Tornatore incentra il suo racconto proprio sul personaggio interpretato da Monica Bellucci e sulla sua corporeità strabordante, sensuale e mediterranea, posta in netto contrasto con luoghi tutt’altro che patinati di una società maschilista e fintamente moralista. Un contrasto visivo che troviamo anche – un cinefilo lo scorge immediatamente – nel corpo femminile e flessuoso di un personaggio tratto da due vecchie pellicole di Pietro Germi, Divorzio all’italiana (1961) e Sedotta e abbandonata (1964). In entrambi i casi la protagonista, spesso di nero vestita di contro al chiarore delle costruzioni isolane, è Stefania Sandrelli.
Per tornare agli scatti di Scianna e alle sue note figure femminili fotografate in Sicilia, possiamo trovare delle immagini sia di Maria Grazia Cucinotta, ritratta nel 1996 per il calendario Lavazza, sia quelle della stessa Bellucci che (come possiamo vedere nella foto risalente agli inizi degli anni ’90) viene inquadrata in pose sensuali e volutamente artefatte, all’interno di un mercato in cui le figure di contorno, rigorosamente maschili, non hanno nulla di apparentemente costruito. Si producono così tra la donna e quegli uomini ulteriori punti antitetici che rileviamo tra l’apparente fragilità e bellezza femminile e la durezza dei corpi, nelle pose ed espressioni un po’ ferine degli uomini che la attorniano. Medesima discrepanza la ritroviamo tra il chiarore degli abiti dell’attrice umbra e l’oscurità del contesto. Difficile poi non pensare che la frutta posta sul banco non sia un voluto e netto riferimento sessuale che richiama implicitamente alla situazione, all’atteggiamento della donna e agli sguardi maschili su di essa.
Maria Grazia Cucinotta
Giovanni Curtis

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