La proposta di togliere la domenica gratuita nei musei italiani suggerita dal nuovo Ministro Bonisoli ha aperto un interessante dibattito. Il Ministro infatti ha affermato: “Le domeniche gratuite vanno superate: erano una gran bella cosa per promuovere i musei all’inizio ma adesso ci sono delle opportunità per fare di più e meglio”. E ancora “si potrà differenziare (la gratuità) per giorni della settimana, per stagioni, per tipologia, per fascia d’orario e quant’altro e soprattutto adattare le regole a quelle che sono le singole specificità dei luoghi. Perché Milano non è Pompei. La gratuità, che è importante, resterà e anzi realmente sarà pure aumentata”.
Queste frasi tuttavia se da un lato hanno trovato il favore dei Direttori di Museo non è così per autorevoli nomi della critica d’arte che vedono in tale cambiamento un danno per il Paese. A tal proposito Vittorio Sgarbi ha sostenuto come (ilgiornale.it) “l'obiettivo di qualunque governo democratico, di qualunque Paese civile, è aprire i musei ai cittadini perché sappiano chi sono e da dove vengono” prospettando a tal proposito la soluzione di prevedere un ingresso gratis per gli italiani e a pagamento per gli stranieri; Daniele Radini Tedeschi, a capo di padiglioni esteri alla Biennale di Venezia nonché autore di una rubrica d’arte sulla RAI, afferma che (iltempo.it)“ differenziare la gratuità crea un grave problema di comunicazione generando il rischio di avere pochissimi fruitori ma anche un danno alle realtà culturali minori” e aggiunge “si potrebbe prevedere tutti i giorni un'entrata gratis a favore di alcune categorie sociali come i disoccupati, le famiglie con reddito insufficiente. Occorre guardare gli esempi che l’estero offre, si pensi a tutti quei Musei in cui l’ingresso è libero come la National Gallery di Londra, la Modern Tate Gallery, il British Museum”; infine Philippe Daverio, scrittore e divulgatore culturale, in modo netto dichiara (lettera43.it) “a questo esecutivo della cultura non frega niente…Resto pessimista sul fatto che si possa cambiare rotta” aggiungendo poi “Negli Stati Uniti si paga mediamente il 32% di tasse. Io ne pago il 70%, avrò ben diritto di avere qualcosa in cambio”. La soluzione, stando alle parole dell’intellettuale, potrebbe essere quella di “regionalizzare le competenze culturali” per un miglior funzionamento dell’Arte e della Cultura tutta.
Philippe Daverio |
I Direttori di Museo sostengono invece la decisione del Ministro della Cultura tra i quali Eike Schmidt della Galleria degli Uffizi che afferma (firenze.repubblica.it) come si potrebbe “sviluppare ulteriormente questa misura (la gratuità) …introducendo forti sconti o fare delle aperture gratuite in bassa stagione”. Inoltre “si potrebbe puntare sulle identità locali e regionali: su Firenze a me piacerebbe fare delle iniziative, gratuite o con sconti fortissimi, nel giorno dedicato a Anna Maria Luisa de’ Medici”, in tale ottica i musei diverrebbero “catalizzatori dell’identità locale”. Il Direttore della Reggia di Caserta Mauro Felicori, ha spiegato (ilfattoquotidiano.it): “Per come l’ho capita io, sono favorevole all’idea del ministro. Binosoli conferma la necessità di giorni e di fasce di gratuità, però ritiene di uscire dalla formula fissa delle prime domeniche del mese e avere più formule per tener conto delle diverse realtà”. Ancora Alfonsina Russo alla guida del Colosseo risponde (Ansa.it) "Sono favorevole a dare ampia libertà ai direttori, perché ogni museo vive in un contesto specifico. E in quello va studiato e gestito" e aggiunge " Nel nostro caso si potrebbe pensare invece a una gratuità per una parte del sito, limitata al Foro Romano e al Palatino. Oppure, meglio ancora, diversificare per fasce orarie. Anche per attrarre i residenti, si potrebbero incentivare i pomeriggi di visita gratuita”. Anna Coliva della Galleria Borghese, sostiene (dagospia.com) che “Quella del ministro sembra una proposta sensata, perché le domeniche gratis ai musei delle grandi città d' arte non tolgono o aggiungono nulla: il contributo dell'iniziativa è nullo” e aggiunge “Penso che questo tipo di iniziativa debba essere gestita direttamente dal responsabile del museo. Sono io che devo decidere il giorno o le fasce orarie in cui far entrare gratuitamente le persone. E sceglierei i momenti in cui ho flussi storicamente bassi. La domenica può essere interessante per le realtà locali, non per i grandi musei”. Serena Bartolucci a capo di Palazzo Reale di Genova ipotizza (dagospia.com) “ogni giorno un’ora di visite gratuite al pubblico” e Peter Aufrieter direttore della Galleria delle Marche di Urbino appoggia l’idea di avere “maggiore flessibilità” e ancora favorevole è il Direttore della Galleria dell’Accademia di Firenze Cecilie Hollberg che senza alcun dubbio esclude per la sicurezza dei capolavori “nessuna apertura gratuita almeno nei periodi di maggior afflusso turistico a Firenze” (dagospia.com).
Eike Schmidt |
Per quanto di per sé la notizia appariva come un'idea che inizialmente avesse la velata intenzione di limitare esclusivamente la fruizione aperta del patrimonio italiano con la formula della gratuità, nei fatti sembra più che altro un modo per rendere più efficiente un meccanismo consolidato in attesa di vedere a settembre che tipo di riforme verranno intraprese per la gestione e la valorizzazione dei Beni Culturali.
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