«Le evidenze scientifiche confermano l’appartenenza dei due reperti a un'unica scultura e il loro ricongiungimento costituisce a tutti gli effetti un vero e proprio nuovo ritrovamento archeologico che arricchisce il patrimonio culturale della Sicilia.» (Sebastiano Tusa, Palermo, 11 novembre 2018).
Il progetto di studio lanciato da Vittorio Sgarbi e sostenuto dal compianto Sebastiano Tusa (a suo tempo Assessore alla Cultura della Regione Sicilia) può dirsi portato a termine grazie agli studi condotti da una equipe di esperti, al fine di ricongiungere le due parti del Kouros.
La testa efebica arcaica (tronca con taglio netto sotto l’attacco del collo), finemente lavorata, risalente 500 a.C. ha finalmente ritrovato il suo torso efebico di Leontini. Le due parti conservate nel Museo di Castello Ursino di Catania (testa) e nel Museo Archeologico di Siracusa (torso) sono oggi un unicum del patrimonio culturale siciliano, ed oggetto di importanti mostre che hanno fatto tappa in nei luoghi più conosciuti del territorio siculo.
L’innovazione e l’alta tecnologia hanno giocato un ruolo determinante per la realizzazione del progetto. Un accurato studio anatomico ha permesso di individuare l’originale conformazione e ha dimostrato come le due parti appartenessero al medesimo corpo. Esse sono state poi sottoposte ad analisi petrografiche e geochimiche che hanno confermato l’appartenenza al medesimo blocco di marmo.
Il giovane corpo atletico può ora mostrarsi in tutta la sua bellezza. La mostra, che interessa la scultura, allestita all’interno del Museo di Castello Ursino, sarà visitabile fino al 3 novembre 2019.
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