Anche in occasione del crollo del ponte Morandi è uscita una vignetta di cattivo gusto dove veniva scritto: “Costruito dagli italiani e pulito dagli immigrati”. Un’ironia amara, a fronte del senso di lutto provato in tutto il paese.
Contro l’Islam e i musulmani la redazione si è scatenata in più casi, ad esempio una vignetta eclatante recita che il “Corano è una merda perché non ferma le pallottole”. Ma ovviamente lo stesso principio di affermazione della “libertà di stampa” poteva essere utilizzato contro il Cristianesimo ed essere disegnato al posto del Corano. Con la differenza che per i musulmani questi principi sono carne viva della loro vita quotidiana, e un aspetto che permea totalmente quelle società, al contrario delle nostre ormai desacralizzate.
Per questa ragione non ci si ferma più neanche davanti ai concetti più sacri del Cristianesimo, ossia quello della Santa Trinità dove si rappresentano il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo nella modalità dissacrante che vediamo in basso. Così ci troviamo più davanti a una volontà di ironizzare, ma di commettere vilipendio, demolire dei valori sacri e ridicolizzarli per mera volontà di vendita ma soprattutto per far parlare di sé.
In casi come questi la libertà di stampa non c’entra nulla, diventa solo un pretesto per scardinare ogni vincolo e affermare che “si può fare ciò che si vuole perché siamo Occidentali”. Ma se riflettete bene questa presunta battaglia di principio crea un cortocircuito nei confronti di tutte quelle azioni volte all’inclusione delle diversità, al rispetto verso le altre religioni e all’arricchimento tramite esse. Si lotta per una libertà di stampa che vuole prevalere sulle sensibilità altrui e non si lotta contro le storture e le limitazioni prodotte dalla censura preventiva dei social media nella volontà di stroncare il fenomeno delle fake news, ma anche contro gli altri mali dell’informazione. Si scardina un muro e si concede la chiusura di un altro con il sostegno proprio dei media, spesso accusati di far parte di questo gioco sporco.
Non ho mai esultato per lo slogan “Je suis Charlie” non perché accettassi la violenza terrorista, ma perché la nostra coscienza è troppo sporca per sentirci indefessamente dalla parte della ragione.
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