Moments è nato proprio quando sembrava non esserci più nulla, quando mi sono sentito solo e intrappolato in questa solitudine forzata. Ed è proprio in questi momenti che inizi a viaggiare con la mente e con i ricordi, e ti siedi al pianoforte cercando di rivivere quelle sensazioni ormai lontane. Moments rappresenta tutti quei momenti passati, di serenità, spensieratezza, amicizia, amore, difficoltà, tristezza, solitudine; è come se mi fossi fermato a riguardare il mio trascorso, i miei momenti passati, cercando di renderli come “immortali” attraverso la mia musica. Si parte dal Risveglio, per concludere con Lullaby under the stars, una ninna nanna sotto le stelle: descrivo una “giornata intera” come metafora del mio trascorso e del mio percorso.
La copertina dell’album mi raffigura chiuso nella mia stanza, e attraverso il buco della serratura guardo ciò che sta accadendo, con la palpebra lucida per la tristezza ma anche per l’emozione nel rivivere i momenti passati. Proprio in quella stanza ho scritto Moments, un insieme di emozioni e ricordi, ormai frammentati, rappresentati dalle linee che spezzano l’immagine in copertina.
Questo non aver più nulla mi ha portato a specchiarmi nella musica, scrivendo il mio “diario dei ricordi”. I miei “momenti di vita” trascritti in musica, questo è Moments.
Emiliano Blangero è un pianista e compositore italiano, nato ad Alba (Italia) il 9 ottobre 2000. All'età di 4 anni, ha iniziato a suonare il pianoforte nella sua città natale. Dal 2007 ha iniziato il suo percorso classico come giovane pianista partecipando a concerti e concorsi musicali. Poi si trasferisce a Torino, inizia a studiare al Conservatorio, e partecipa a masterclass con noti pianisti come Ezio Bosso.
Emiliano ha scritto la sua prima composizione all'età di 5 anni e da allora non ha mai smesso di scrivere nuova musica. Nel 2019 ha iniziato la sua vera carriera artistica pubblicando il suo primo singolo Think of you, seguito dall'album Rivelare. Rivelare è ricco di reminiscenze classiche ma Emiliano trasporta il pianoforte in una dimensione minimal e a tratti pop. La sua produzione artistica non è rivolta a creare musica per il suo strumento, quanto più canzoni per pianoforte. Recentemente ha presentato suoi due inediti in una compilation dell’etichetta discografica INRI Classic e EMA edition, la stessa casa discografica del famoso pianista e compositore Roberto Cacciapaglia con cui si è perfezionato seguendo l'accademia per compositori "Educational Music Academy. Dal 2020 è entrato a far parte del gruppo Believe Distribution.
L’intervista
Ciao Emiliano, alcune brevi domande per te.
Hai iniziato a 4 anni a studiare: racconta come mai…avevi il pianoforte in casa, genitori appassionati o altro?
Ho iniziato a schiacciare i primi tasti a 4 anni perché avevo un vecchio pianoforte di mia madre in casa, lei da giovane ha studiato pianoforte, ed è sempre stata appassionata di musica classica; probabilmente la spinta che ho avuto verso quei tasti è nata ancor prima, quando ancora ero nel suo grembo, lei mi faceva ascoltare i più grandi della musica classica e mio padre mi influenzava con il ritmo di Prince e l’elettronica dei Depeche Mode. Sin da subito quelle vibrazioni mi hanno affascinato, stregato, e con il tempo si è creato un legame, ormai inscindibile.
Hai un tocco delicatissimo ma presente e molto preciso, anche nella forza, sul tasto. Si sente che le tue dita e i tasti stanno insieme da sempre… Ti viene da dentro credo… dimmi cosa rappresentano per te i tasti del pianoforte. Cosa pensi quando ti accingi a suonare.
Quando suono cerco di trasferire la forza delle emozioni che provo in quel momento nei tasti, in realtà non penso a farlo, si crea un qualcosa di “mistico”, che non riesco a spiegare a parole; il suono a volte è molto incisivo proprio perché trasferisco l’energia della musica che sento dentro di me sui tasti del pianoforte, sento le corde vibrare, e quella vibrazione è come se mi parlasse; il suono è la voce che mi porta a creare, mi guida, come fosse già tutto scritto. Da sempre ho sentito questa connessione, una sensazione davvero forte, credo sia il potere della musica, come un portale comunicativo diverso, che esplora la nostra anima, magari ci comunica cose diverse, ma ti arriva dritto dentro, è ciò che mi spinge a continuare e ciò che mi ha fatto capire di voler fare musica nella vita. Penso che questo sia ciò che hai percepito, ed è anche il mio obiettivo, arrivare dritto all’anima delle persone.
Quando si fa musica, da soli, si entra dentro un mondo, lo so per esperienza… hai mai avuto difficoltà ad entrare o uscire da questo mood?
La mia musica è il mio Mondo, ne sono sempre immerso, è parte di me, una parte fondamentale, che mi completa, quindi è difficile separarsene. Cerco sempre di non farmi sovrastare da questo, fa parte di me e non mi pesa nella vita di tutti i giorni; compongo non spesso, nei momenti più differenti, perché non sempre sono nel mood adatto, non sempre sento la voce della musica.
I tuoi genitori ti hanno sempre supportato? Hai mai avuto difficoltà di tipo economico? Faccio questa domanda perché spesso i problemi economici, anche famigliari, sono un limite, per chi desidera fare musica, e tante famiglie hanno figli che devono rinunciare. E’ un tema anche sociale, oltreché di istruzione e di assenza dello Stato nelle aspirazioni dei giovani, per questo chiedo la tua opinione come giovane del millennio.
Ho avuto sempre la fortuna di avere sostegno sia economico sia morale da parte dei miei genitori, senza di loro non avrei potuto studiare pianoforte e imparare questa meravigliosa arte. Mi sono promesso di ripagare tutte le spese che con fatica hanno fatto per me attraverso la mia musica, in piccola parte ci sto riuscendo, li ringrazio attraverso i miei brani. Come hai precisato, senza il loro sostegno economico non avrei mai potuto studiare sin dall’età di 5 anni, credo che non ci siano assolutamente dei finanziamenti da parte dello Stato per la prima parte dell’apprendimento, e questo costringe a far rinunciare moltissime famiglie. Mi piacerebbe far arrivare il mio sostegno a tutti i ragazzi che non hanno avuto le possibilità economiche per studiare musica, e a loro dico che non è mai troppo tardi per iniziare, se sentite quella voce che vi chiama, buttatevi e inseguite la musica.
Da quanto componi musica tua? Come hai iniziato? E’ una musica molto intima, delicata e nostalgica, mi ricorda molto i compositori russi o francesi. Dove la senti, dentro te, questa musica, quando la immagini?
Ho iniziato a comporre, o meglio ad “improvvisare” quando avevo circa 6/7 anni, è stato come dicevo in precedenza come un impulso, sentivo e sento tutt’ora una spinta dentro di me che mi spinge a farlo. La mia musica è la parte più intima, privata e nascosta di me, ma anche la più vera. Pubblicare la mia musica è come mettermi a nudo davanti a tutti, ma solo in questo modo posso esprimere davvero chi sono.
Cosa pensi del mondo dell’editoria musicale: sii sincero.
L’editoria musicale è un mondo che non ho ancora conosciuto a fondo, devo ancora addentrarmici per esprimere un’opinione realistica, per adesso mi limito a lavorare ancora da solo al mio progetto.
Chi sono i tuoi riferimenti musicali?
I miei riferimenti musicali sono totalmente differenti tra di loro: amo essere influenzato da diversi generi, quindi cerco di ascoltare o scoprire numerosi artisti, a volte anche sconosciuti. Per quanto riguarda il mio genere musicale, l’artista a cui sono affezionato è sicuramente Ludovico Einaudi, anche perché è nato nelle langhe come me, sicuramente anche Ezio Bosso, il quale mi ha lasciato un ricordo bellissimo, quando l’ho conosciuto, e mi ha insegnato cosa significasse per lui comporre musica.
I tuoi progetti per il futuro? Desideri fare un album assieme a qualcuno? Strumentisti? O con una voce, magari bella, ben formata?
Per il futuro mi piacerebbe molto collaborare con altri artisti, strumentisti e non; non vorrei chiudermi nella mia confort zone, accetterei volentieri anche collaborazioni tra le più lontane dal mio genere, vorrei essere aperto al cambiamento, alla sperimentazione, ampliare ciò che adesso è un viaggio in solitaria.
Pensi che il pop musica leggera, anzi leggerissima, come dice uno degli ultimi titoli di Sanremo, potrebbe fare al caso tuo?
Molti demonizzano la musica leggera o il pop, credo che sia sbagliato come pensiero: la musica deve essere veicolo di emozione alle persone, amo vedere le persone felici urlare a squarciagola le nuove canzoni di San Remo, penso “questo è il potere della musica”, far divertire, emozionare, riflettere, rilassare, piangere. Se mi trasmette almeno una di queste cose la definisco buona musica, e chissà che il mio progetto non si unisca con qualcosa di ancora più “leggerissimo”.
Questa è una domanda che farò sempre, a tutti gli artisti. Cos’è per te la musica? Arte, un modo di passare la tua vita, un messaggio, un veicolo?
La musica è in primo luogo parte di me, parte del mio essere e di quello che sono; inoltre credo che sia uno strumento di comunicazione superiore alla parola, attraverso la musica veicoliamo emozioni che diversamente non potrebbero essere trasmesse. Quanto è bello vedere una persona emozionata per la tua musica, senza parlare capisco di aver trasmesso un messaggio, è il regalo più grande che mi possano fare.
La mia opinione: mi piace molto, ha un tocco morbido come velluto, sui tasti del pianoforte.
Emiliano è giovane ed in qualche punto si sente qualcosa di acerbo e ingenuo, e per questo commovente, ma promette qualcosa di grande, che in futuro arriverà. Arriverà perché c’è un lavoro dietro. E quando c’è tanto lavoro dietro una cosa, nessuno te lo può portare via, il tuo posto.
Il video e la musica di Risvegli mi hanno commosso davvero.
Ecco cosa può arrivare da una pandemia, oltre il dolore.
Questa la tracklist di Moments: 1. Risveglio, 2. Unspoken words, 3. Quel che resta del giorno, 4. New Life, 5. Memories, 6. Moments, 7. Adieu, 8. Oltre la nebbia, 9. Solitude, 10. Breath, 11. Friends, 12. Lullaby under the star. (disponibile nelle piattaforme streaming)
Margherita Zoni
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