Qualcuno avrà in mente il collo di Lucy Westenra per le scene del film Il conte Dracula nelle quali l’attrice spagnola Soledad Miranda compare nei panni della giovane morsa e trasformata in vampira dallo stesso conte Vlad. La difficoltà nel parlare di personaggi diventati delle vere e proprie icone nella storia del cinema è sempre quella di sacrificarne passato e futuro per concentrarsi su un eterno presente. Tuttavia, ricordando Soledad Miranda a cinquant’anni dalla sua morte, si deve, per forza di cose, partire dal ruolo interpretato in Il conte Dracula, ruolo che la consacrò musa del regista Jesús Franco. Ma Soledad Miranda non è solo la vorace predatrice sessuale presente nei film diretti da Franco, in cui l’erotismo e l’horror si mescolano, è molto altro.
Soledad Miranda in Ursus (1961) di Carlo Campogalliani
Nel 1960, non ancora diciottenne, viene scelta per il musical La bella Mimì, mentre l’anno successivo il regista italiano Carlo Campogalliani la vuole per il ruolo di Fillide, una vergine condannata al sacrificio divino nel peplum cinematografico Ursus. La trama ruota attorno all’omonimo capolavoro degli anni venti scritto e diretto da Pio Vanzi.
Soledad Miranda in Sugar Colt (1966) di Franco Giraldi
Nel 1966 prende parte, ancora una volta, a un film italiano diretto dal critico e sceneggiatore cinematografico Franco Giraldi: Sugar Colt. Girato tra l’Italia e la Spagna, in Sugar Colt Soledad Miranda interpretò una barista innamorata del pistolero omonimo. Oltre 40 anni dopo la sua realizzazione, il film fu proiettato alla Mostra del Cinema di Venezia 2007 nell’ambito di una retrospettiva sul genere spaghetti western. In sala erano presenti il regista Franco Giraldi e la star protagonista, Jack Betts. John Exshaw di Cinema Retro parlò con Giraldi, che si espresse così sul suo film:
“Non è perfetto, non tutto. È, credo, molto ingenuo. Ma ci sono cose che mi piacciono... Non lo vedo da anni”. Giraldi inoltre, ricordò con piacere l’interpretazione di Soledad Miranda, aggiungendo che Jack Betts disse di lei: “aveva una luce negli occhi che mi ha assicurato che mi sarei divertito moltissimo a lavorare a questo film”.
Nello stesso anno, convola a nozze con il pilota automobilistico José Manuel da Conceiçao Simões, conosciuto sul set portoghese di Un día en Lisboa, il film perduto che tra gli appassionati cinefili si dice contenga il presagio della sua morte. I due sposi interpretano una coppia in viaggio tra Estoril e Lisbona. La pellicola è stata ritrovata qualche anno fa dal critico Carlos Aguilar presso la Cineteca di Madrid. Nell’aprile del ’67 partorisce il suo unico figlio, Antonio. Decisa a ritirarsi per accudire il piccolo se non le avessero chiesto di lavorare fuori dalla Spagna, rimase lontano dai riflettori per due anni fino a quando nel 1969 non accettò un ruolo in 100 Rifles di Tom Gries, al fianco di Burt Reynolds e Raquel Welch.
Tutto quello che accadde dopo è da considerarsi il suo periodo più prolifico dal punto di vista lavorativo, anche grazie al leggendario Jesús Franco che la fece uscire dall’oblio e le premise di guadagnare il meritato successo. Ricordandola in un piccolo cameo nel suo musical La reina del Tabarín quasi un decennio prima, Franco la ingaggiò per un ruolo differente da quello della dolce eroina innocente interpretata fino a quel momento, riconoscendo nel suo personale, sensualità e grande carica erotica.
Soledad Miranda e Christopher Lee in Il conte Dracula (1970) di Jesús Franco
Lì per lì, quando arrivò a girare questa versione cinematografica del romanzo Dracula di Bram Stoker, il solo a non essere felice di condividere il set con una “zingara spagnola”, definita per sua bocca così, fu proprio la star inglese Christopher Lee. Dopo averla presentata ai produttori esecutivi, a cui era stata imposta la scelta di un’attrice nativa appena dopo la presa visione delle location spagnole, Franco ebbe un acceso scontro con Lee che dovette ricredersi sull’interpretazione della Miranda al primo ciak. Tra le riprese di una scena in cui Dracula seduce Lucy, si dice che Christopher Lee abbia confessato al suo regista:
“Ho recitato questa scena molte volte, ma questa donna mi sta dando qualcosa che nessun'altra attrice ha mai avuto”.
Soledad Miranda in Vampyros Lesbos (1970) di Jesús Franco
Dopo una serie di film finanziati dal Liechtenstein, Franco scrisse e diresse ben tre sceneggiature per la CCC Filmkunst / Telecine della Germania ovest. L’erotismo di cui erano intrise le storie, spinse Soledad Miranda ad assumere lo pseudonimo di Susann Korda, abbandonando definitivamente l’immagine della giovane e frizzante starlette, per quella dell’icona pallida, infestata e tenebrosa che molti impararono a conoscere. Dunque, Vampyros Lesbos, She Killed in Ecstasy e The Devil Came from Akasava, oltre a Susann Korda, condivisero anche molti altri membri del cast tra cui lo stesso Franco. Il primo, Vampyros Lesbos, fu girato in Turchia come libera interpretazione della storia di Bram Stoker, sebbene abbia anche molti parallelismi con il romanzo originale. Soledad Miranda interpretò la contessa vampira; nonostante le atmosfere rarefatte, il film è ricco di immagini simboliche e innovazioni estrose; il castello, ad esempio, è una casa sulla spiaggia illuminata dal sole; degli aquiloni, svolazzano in cielo al posto dei pipistrelli, così come sono presenti delle reti da pesca anziché le classiche ragnatele. Franco cambiò il titolo perché suonava bene e invocava l’idea di un vampirismo saffico senza sfociare nel porno. La sua regia prevedeva riprese in zoom, stile pop-art funky e tra i filmati più iconici del film, censurati dalla versione spagnola, ci sono i due spogliarelli eseguiti in una discoteca, dove Soledad Miranda rimuove metodicamente la sua lingerie e la poggia su un manichino (che in realtà è una donna).
Nel mondo sono state distribuite diverse versioni di questo film: la versione tedesca integrale e sottotitolata Die Erbin des Dracula (L’ereditiera di Dracula), una versione francese non disponibile, ma presumibilmente altrettanto audace, conosciuta come Sexualité spéciale e una versione spagnola modificata chiamata Las vampiras (The Vampire Women), i cui dialoghi sono stati rielaborati per riflettere i valori sociali del regime locale.
Soledad Miranda e la sua ultima apparizione in Juliette nel 1970
A causa della sua morte, Franco riuscì a girare solo i primi 40 minuti di questo film basato sugli scritti del marchese de Sade. Tutto quello che resta di Juliette, sono alcune foto che ritraggono Soledad Miranda mentre indossa una parrucca bionda sdraiata su un letto intenta a svestirsi dall’altra parte del buco di una serratura. Secondo lo storico e intervistatore Franco Alain Petit, le riprese iniziarono già durante la produzione di She Killed in Ecstasy:
“Franco ha usato alcuni attori e tecnici per iniziare un altro film, sperando di finirlo più tardi con l'accordo e il denaro del suo produttore. Era una cosa comune per lui in questi tempi gloriosi e alcuni film hanno visto la luce in questo modo. Quindi Jess mi ha detto che ha girato 40 minuti, montato e poi ha mostrato il risultato ad Artur Brauner che ha dato il suo consenso per le riprese della fine (forse questa è stata una delle ragioni del contratto che Soledad avrebbe dovuto firmare alla sua morte)”.
Essendo scomparsa a ventisette anni e non sapendo se la carriera di Soledad Miranda avrebbe subito nuove svolte nel panorama cinematografico o musicale (pubblicò anche diversi album di musica pop), ci appare doveroso ricordare la storia di un’attrice così sfortunata che non ha avuto il tempo di diventare un’icona nel mondo della Settima Arte.
Ilaria Salvatori
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