Mi sono spesso occupato, in alcuni articoli e post, di evidenziare come l'arte contemporanea sia molto spesso un'arte fredda, priva di pathos e non spesso incomprensibile. Tramite una rinnovata aura di elevazione intellettuale, buona parte delle opere d’arte contemporanee non sono comprensibili al grande pubblico se non con l'ausilio di un critico che fa da pontifex tra l’empireo dell'artista e la gente comune. Ma al di là del tema, qual'è la radice filosofica da cui nasce la diffusa percezione di una "fine dell'arte"?
Il filosofo Massimo Cacciari in questo breve video, spiega con estrema chiarezza e con il grande dono della sintesi come tutto provenga da Hegel. Questi ha spiegato come nell'era contemporanea dominata dalla tecnica l'arte perda la sua centralità e la sacralità di un tempo divenendo una pura rappresentazione intellettuale. Questa pregnanza intellettuale ne muta il ruolo e la sostanzialità, ripercuotendosi poi nelle sue infinite manifestazioni contemporanee.
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