Eloisa Ticozzi è nata a Milano nel 1984, è laureata in Medicina e Chirurgia, ma la sua passione sono gli studi umanistici. Ha scritto per il giornale on-line Milanofree nella categoria mostre e arte, ed attualmente scrive recensioni per un blog. Non è alla sua prima pubblicazione, è già uscita in un'antologia con altri autori, nel 2013, ha partecipato a due ebook dedicati ad Alda Merini, nel 2014-2015, ed a un ebook a sfondo sociale. Ha inoltre pubblicato un libro con la casa editrice Kolibris, Figli segreti nel 2019. Ha partecipato anche alla pubblicazione di due ebook in lingua straniera: uno in spagnolo curato da Chiara De Luca ed Emilio Paz; uno in inglese curato da Gray Sutherland, entrambi casa editrice Kolibris. Ha inoltre pubblicato in un’antologia Besio Premi Speciali (fuori commercio) nel gennaio 2021 ed ha avuto riconoscimenti e premi in diversi concorsi.
La sua poetica
Analisi di alcune poesie
C’era un gioco infantile
Una poesia che mi è piaciuta molto, il racconto del bambino che diventa adolescente, giorno dopo giorno, grazie a dei piccoli affanni, le intercapedini dell’io, io amo pensarle così, ed Eloisa ha reso benissimo questa immagine dove “piccoli trambusti” assumono sfumature indefinite. Ogni notte il bambino diventa pensiero che risorge come “la sua ombra di sole”. Molto bello l’ossimoro utilizzato per rivelare la natura del bambino nella sua purezza.
Dormo anch'io come altri
Ecco ritornare l’archetipo del bambino infante che rinasce dal liquido amniotico, dal seme. L’urgenza di crescere alimentata da un liquido non qualsiasi, ma quello del grembo materno, rivissuto come un caldo ed accogliente giaciglio: “il letto diventa liquido amniotico asciutto che raccoglie pezzi del mio mondo”.
Un gioco di bambina
Ritroviamo la poetica del “Fanciullino” del Pascoli. La capacità tutta infantile di vedere la purezza della realtà, scevra da impurità e distorsioni, con la generosità dei puri, che appartiene solo al mondo dei fanciulli: “è correre nei gemiti primordiali”.
Ogni donna è simile all'uomo
Il femminino in tutta la sua implosa grandezza, che si esprime attraverso l’uso di mani feconde, che entrano dentro il sangue vitale. Altra bellissima allegoria, il paragone della donna al tronco dell’albero, esposto, vulnerabile ma forte, resistente al trascorrere del tempo. In altra poesia le mani della donna vengono paragonate ai rami degli alberi. E’ evidente in Eloisa l’idea della somiglianza fra la donna e l’albero, figura potente della natura, “la pelle nuda degli alberi assomiglia al femmineo così esposta e vulnerabile al tempo ma forte di vita e robustezza”.
Ogni persona è simile a me
In questa poesia vi è un richiamo ad un’aspettativa verso l’altro e la relazione. Pensare alle mani come a un letto nuziale rivela infatti l’attesa dell’amore e dell’eros “mentre l’universo si è depositato nel letto nuziale delle mie mani”.
Il mare ha qualcosa di vivace
Ecco il mare, uno dei due elementi preferiti di Eloisa, delineato ancora nella sua capacità generatrice. Il mare come grembo infinito, dove cullarsi come pensiero nascente, prima di divenire essere vero e vitale. Mi piace particolarmente questa immagine: “ed io dormivo nel letto di un temporale ma senza bagnarmi”.
Non dubito della promessa – Sono nata qui – La noia scava dentro il mio sorriso
Elois, come preferisco chiamarla io quando ci sentiamo, nuova poetessa del femminile.
Il libro esce per i tipi di Oèdipus e si intitola Simili e dissimili, nelle librerie dal mese di settembre 2021.
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