Siamo nella Catania del 1981 una città stritolata dalla pervasiva presenza dei gruppi mafiosi che si spartiscono gli affari illeciti con feroce ingordigia. L’anno successivo Pippo Fava avrebbe fondato il giornale I Siciliani con con cui avrebbe attaccato frontalmente la mafia e per cui qualche anno dopo sarebbe stato ucciso. In questo clima di intimidazione e violenza raccontiamo una vicenda tragica ma dai contorni decisamente grotteschi. Il boss catanese Nino Puglisi “a Savasta” subisce un agguato a cui riesce miracolosamente a sfuggire. I dettagli di quella vicenda sono descritti dai suoi killer durante il processo in cui vengono ricostruiti i fatti. Ma nel racconto dei protagonisti emerge un cliché lontano da ciò che solitamente i mafiosi mostrano...
Così l'inseguimento prosegue a piedi lungo le vie del centro. Ad un certo punto i killer fermano un automobilista a cui rubano l'auto, ma si bloccano nel traffico e il derubato che li insegue li raggiunge chiedendo il maltolto. Sicché i killer restituita l'auto fermano un ragazzo con una moto che rubano per proseguire vanamente in tre. Ma ormai il boss si è dato alla fuga e l'agguato è chiaramente sfumato per imperizia e faciloneria.
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