La mostra inaugurata il 6 luglio e in corso fino al 16 settembre presso la Sala 1- Centro Internazionale d’arte Contemporanea di Roma, curata da Pavel Zoubok, presenta le innovative sculture di Ezio Cicciarella e del duo di artisti Venske & Spänle.
Nello spazio espositivo, caratterizzato da pareti in legno e da una volta a botte che crea un’atmosfera suggestiva, si susseguono opere caratterizzate da una varietà di forme e geometrie, ma tutte accumunate dall’utilizzo della pietra.
La pietra, materiale primitivo e ancestrale, si fonde con un arte contemporanea di stampo concettuale. Solida e resistente, è utilizzata per evocare un senso di stabilità, ma sottolinea anche la necessità degli artisti di connettersi al luogo in cui si trovano: il materiale diventa infatti un medium che porta con sé la memoria e la storia del territorio, con il fine di esplorare un’identità personale e collettiva.
Enzo Cicciarella, che vanta già una partecipazione di rilievo alla Biennale di Venezia e a numerose mostre in Italia e all’estero, espone le sue opere più recenti. Ci sono anche quelle presentate nei mesi precedenti presso la Galleria Alice Schanzer: sculture su uno sfondo di acciaio corten, trasformate da opere free standing a “quadri” da appendere.
I suoi blocchi di pietra dalle forme fluide e levigate presentano elementi fascianti che sembrano realizzati in materiali come pelle, tessuto o gomma, ma che in realtà sono parte integrante della pietra stessa. La fascia, elemento cardine della produzione artistica di Cicciarella, rappresenta in senso metaforico legami invisibili e connessioni emozionali.
Le bende richiamano le fasciature in stoffa utilizzate per avvolgere i bebè e per trasmettere loro un senso di protezione che ricorda quello del ventre materno. Sono opere concettuali che parlano direttamente al nostro bisogno collettivo di vicinanza e connessione.
Gli artisti
Julia Venske e Gregor Spänle, che hanno partecipato a prestigiose esposizioni internazionali, presentano le loro creazioni dalle forme biomorfe e sinuose scolpite dalla pura
pietra bianca del nord Italia.
Il marmo, abilmente modellato e levigato, acquista attraverso la forma un senso di vitalità suggerendo quasi la carne viva.
I loro esperimenti, che consistono nel trasformare il materiale da blocchi rigidi a forme organiche che evocano esseri viventi, richiamano lo spirito irriverente del Surrealismo. Il lavoro fa riferimento anche alla cultura pop, ispirandosi a personaggi iconici dei cartoni animati con cui sono cresciuti come i Puffi, mentre le linee essenziali e il gioco che si instaura tra forma e luce evocano l’estetica del Minimalismo.
Abbracci non è solo una mostra d’arte, ma un invito a immergersi nell’intimità delle scultore e a sperimentare il potere trasformativo dell’arte contemporanea.
Isabella Lustrati
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