Dante Alighieri, il padre della lingua italiana. Il poeta che, forse, è riuscito più di tutti a sfidare la minaccia più pericolosa dei secoli che trascorrono: l’oblio. Da solo, è stato ed è testimonianza della tradizione italiana nel mondo. L’uomo che ha compiuto la discesa negli inferi più famosa della storia, seguendo le orme di Omero e Virgilio. L’uomo – oltre il poeta – che ha mosso a commozione migliaia e migliaia di lettori, interessati alla sua visione di Beatrice e a quell’amore che, seppur mai davvero vissuto, ha saputo rendere così sublime e inarrivabile.
L’opera di cui parliamo è la Vita Nova.
Il poeta è Durante di Alighiero degli Alighieri, conosciuto in tutto il mondo come Dante Alighieri.
La donna è Beatrice, la tanto gentile e onesta. Da sola, nelle fattezze della donna Angelo del Dolce stil novo, ha ispirato un poeta che – per tutta la vita – ha celebrato la sua fede, il suo impegno politico e la sua terra imprimendo inchiostro sulla pergamena.
Beatrice Portinari – questo il nome del personaggio storicamente esistito che la critica letteraria riconosce come la Musa del poeta – è un lungo filo rosso che tiene insieme tutta la poetica dantesca. A lei, il Sommo poeta ha dedicato parole d’amore immortali, sonetti dolci e distesi ma anche terzine profonde. Grazie a lei, nella Divina Commedia (la massima espressione delle sue capacità letterarie), Dante riesce a ricongiungersi con Dio.
madonna involta in un drappo dormendo
Quella donna è Beatrice che, una volta ridestata dal dio, mangerà il cuore di quel poeta che tanto la ama.
È così che Dante descrive il suo amore per quella donna – in modo cruento e simbolico – che, tra tutte, può cibarsi del suo cuore per acquisirne le virtù (secondo le credenze medievali le virtù avevano sede proprio in quell’organo). È anche la prima testimonianza della poetica religiosa di Durante: questa stessa immagine potrebbe riferirsi a una rielaborazione in forma laica dell’eucarestia cristiana.
Gemma sposò Dante perché il loro matrimonio fu combinato dall’infanzia. Anche se molte fonti attestano che il poeta fu spinto a sposarla per consolarsi della morte di Beatrice (prima tra tutte, il Trattatello di Boccaccio nel quale – in forma anche spiccatamente misogina – il poeta asserisce che un dotto, un intellettuale come Dante, non avrebbe mai dovuto ammogliarsi perché:
il matrimonio è una distrazione inutile e dannosa
Simone de ‘Bardi, detto Mone, fu scelto per Beatrice perché condivideva le sue stesse origini. Entrambi, infatti, appartenevano a due famiglie di banchieri. La ricostruzione storica del personaggio è stata assai complessa ma, alla fine, si è pensato a lui come al marito della donna perché in un atto notarile – attestato al 1280 - Mone de' Bardi cede alcuni terreni a suo fratello Cecchino con il beneplacito della moglie Bice (che all’epoca aveva appena quindici anni).
Beatrice muore poco dopo e il suo luogo di sepoltura viene tradizionalmente indicato nella chiesa di Santa Margherita de' Cerchi, vicina alle abitazioni degli Alighieri e dei Portinari.
Per il poeta Beatrice era l’ideale sublime. A lei, un ruolo importante: una figura spirituale che, grazie alle sue virtù, fa trascendere l’uomo e lo accompagna al bene e alla salvezza eterna. Se Dante fosse un peccatore, Beatrice sarebbe la sua espiazione: la via di fuga dal contrappasso che, invece, tanto affligge e tormenta i dannati.
Alcune ipotesi – assai più romantiche che attendibili – rivestono Beatrice anche di una certa importanza patriottica e nazionalistica. Secondo alcuni critici, in effetti, Dante avrebbe profetizzato la nascita del tricolore italiano contemplando l’apparizione di Beatrice nel canto XXX del Purgatorio:
Velata da una nuvola di fiori
che saliva dalle mani angeliche
e ricadeva in giù dentro e fuori, su di un candido velo e cinta d’olivo
una donna mi apparve, sotto un verde manto
vestita di un color di fiamma viva.
Ed ecco apparire i tre colori del nostro vessillo: il bianco, il verde e il rosso. Ma ciò che sappiamo con assoluta certezza è che per Dante quei colori erano espressione delle virtù teologali: rosso per la carità, bianco per la fede e verde per la speranza.
Forse è giusto così. Anche prendendo per buona l’ipotesi che Dante abbia sposato Gemma per superare la morte della sua amata, Beatrice era già impegnata con Simone. Se i due si fossero davvero conosciuti e amati, probabilmente avremmo corso due rischi: Dante si sarebbe auto-inflitto le pene e il contrappasso dei lussuriosi o – e questo è anche peggio! – quel girone non sarebbe mai esistito perché il poeta non avrebbe mai scritto la sua Commedia.
E la perdita – per l’intera umanità – sarebbe stata inaudita e incalcolabile.
Maria Izzo
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