4 ottobre 2023

Miti e leggende medioevali: la storia della Bibbia del Diavolo tra folklore e sensazionalismo

Mistero, leggenda e un monastero medievale: tre elementi “magici” che, se posti all’interno di una storia ben raccontata, possono fare la differenza nella percezione di qualsiasi lettore. Elementi che troviamo anche nella tradizione del cosiddetto Codex Gigas, il più grande codice medievale esistente. Le sue fattezze e la sua mole lo rendono sicuramente unico: 92 centimetri di lunghezza, 50 di larghezza e 22 di spessore. 
Pesa quanto un essere umano adulto: 75 kg. Ma che cos’è il Codex Gigas? Chi è il suo autore? E perché, soprattutto, è conosciuto in tutto il mondo anche come la Bibbia del Diavolo?

Quali sono gli elementi che trasformano una storia in una grande storia? Una trama avvincente, personaggi ben sviluppati, temi inediti ed emozioni forti e autentiche che spingono le persone a porsi domande per saperne sempre di più. È il caso del protagonista di questo nuovo articolo: il Codex Gigas – in italiano Libro Gigante – che, stando a quanto dice Edward Brooke-Hitching nel suo The Madman’s Library, è il più grande manoscritto medievale esistente. 

Ma per meglio conoscere la storia del nostro Codice, è meglio iniziare dal periodo storico a cui appartiene.
Tutti sappiamo che cosa si dice del Medioevo: il periodo buio per eccellenza, caratterizzato soprattutto dal deterioramento culturale ed economico dell’Europa occidentale a seguito della caduta del grande Impero Romano. Ma il Medioevo non è mai stato solo oscurantismo, pregiudizio, ignoranza e Inquisizione. È il terreno fertile della poesia di Dante e Chaucer, dei viaggi di Marco Polo e dell’arte romanica e gotica. Ma è soprattutto il momento dei grandi monaci amanuensi che istituirono, nei monasteri, degli scriptorium per la raccolta e la riproduzione dei manoscritti.

Buona parte della conoscenza umana è giunta a noi proprio grazie al lavoro di questi preziosissimi scribi che, con dedizione e olio di gomito, hanno raccolto e annotato tutte le storie del mondo allora conosciuto. Tradizioni, leggende, ammonimenti teologici e quant’altro fosse loro accessibile.
È proprio in questi anni che si sviluppa la leggenda di cui stiamo per parlare, risultato perfetto di folklore e mito.

Siamo nel XIII secolo, nel monastero di Podlažice. Herman Inclusus è un monaco, ma anche l’autore del nostro Codex Gigas. Colui che, a seguito di una grave colpa, cerca la sua espiazione proprio attraverso questo capolavoro maestoso. La sua storia, proprio come accade in un romanzo fantasy, si tinge di sospetto e mistero.
Ma perché?

Per capirlo, dobbiamo iniziare proprio dal suo nome. Inclusus viene spesso tradotto erroneamente come Recluso. Molte versioni della storia, in effetti, raccontano che Herman fu condannato a essere murato vivo e a morire di fame. Tuttavia, l’accezione più logica sembra essere un’altra: Herman, il monaco isolato dal mondo.
Non è forse una delle caratteristiche che accomuna tutti i monaci medievali?

Vivevano nei monasteri, assecondando il monito Ora et labora, e cioè Prega e lavora. I monaci, seppur isolati dal mondo esterno, trascorrevano le loro giornate in perfetto equilibrio tra preghiera e lavoro. In più, come abbiamo già detto qualche riga fa, proprio grazie a loro abbiamo potuto conoscere opere d’arte e letterarie altrimenti perdute.

Herman Inclusus era proprio come tutti gli altri monaci, probabilmente anche lui viveva pregando e lavorando. Ma della sua vita ci è arrivato un resoconto assai più avvincente e che si lega indissolubilmente a temi religiosi e profani. Herman doveva essere perdonato per una grande colpa e, in un appello per la sua vita, convinse l'Abate del monastero a lasciarlo vivere. 

Strinse un patto con lui: se lo avesse salvato, lui, in cambio, avrebbe creato un libro con al suo interno tutta la conoscenza terrena. Fin qui, niente di cui preoccuparci: un’impresa titanica che gli avrebbe, tuttavia, garantito il perdono. Ma ecco un dettaglio inaspettato: giurò di compiere l’impresa nell’arco di una sola notte. Si racconta, dunque, che il monaco scrisse affannosamente fino a mezzanotte ma poi, rendendosi conto dei limiti dei suoi propositi, vendette la sua anima al diavolo per terminare il Codex.


Un'altra versione della leggenda racconta che Herman chiese un intero anno all’Abate per riuscire nella sua impresa ma che, pur lavorando giorno e notte, non riuscì a portarla a compimento. A questo punto, esattamente come nella prima versione del racconto, decise di vendere la sua anima al Signore infernale pur di riuscire a concludere il suo capolavoro.
È dunque per questo che il Codex Gigas ha preso anche il nome di Bibbia del Diavolo?

È sicuramente uno dei motivi ma possiamo fare di meglio. Innanzitutto, è bene precisare che il contenuto principale del Codex Gigas è rappresentato dalla cosiddetta Bibbia Vulgata e cioè la traduzione latina del testo biblico usato in gran parte dell’Europa medievale. Ma il manoscritto contiene altre preziose annotazioni (che, come dimostrano alcuni commenti posti a margine del testo, sono state anche effettivamente studiate e prese in considerazione da tutti coloro che hanno letto il volume nei secoli successivi alla sua compilazione): testi storici, medici ed enciclopedici. Ciò rende il Codex Gigas un preziosissimo resoconto della cultura, delle usanze, delle conoscenze e delle tradizioni tipicamente medievali. 

Dunque, adesso sappiamo che: stando alle due versioni della leggenda, il monaco completa la sua opera in una sola notte, grazie all’intervento del diavolo, e che il suo principale testo è la Bibbia. Nonostante ciò, esiste un terzo motivo – forse quello davvero determinante – che ha spinto gli appassionati di leggende e folklore a dare al Codex il nome di Bibbia del Diavolo.

A pagina 577, è contenuta un'immagine del Diavolo che occupa tutto lo spazio. La cosa ancor più affascinante è che le pagine precedenti sono scritte su fogli di pergamena stranamente anneriti, che danno al tutto un aspetto davvero inquietante e macabro. Questa sezione è assai diversa rispetto al resto del codice che, invece, abbonda di informazioni opposte tra cui, per esempio, un calendario con la lista dei santi e l'elenco dei monaci dei monasteri della regione.


In definitiva, ciò che effettivamente sappiamo del Codex Gigas è questo: è a tutti gli effetti un manoscritto straordinario. Grazie a un team di grafologi si è potuto studiarne le origini ed è emerso che è stato effettivamente scritto dalla stessa mano, ma di certo non in una sola notte: sono serviti 5 anni per il solo testo e ben 15 anni per i disegni e le miniature. Perciò, la sua fama demoniaca e diabolica resta esclusivamente il frutto di un racconto sensazionalistico, tramandato - soprattutto oralmente - in un’epoca (quella medioevale) caratterizzata da molta superstizione e pregiudizio.
Eppure, l’aura di mistero che avvolge il Codex è stata ampiamente nutrita, forse per attirare la nostra attenzione. Missione riuscita!

Anche perché, nel corso dei secoli, molti si sono contesi questo libro così prezioso. E il Codice ha iniziato un lunghissimo viaggio: dal monastero di Herman è arrivato a far parte della collezione di Rodolfo II d’Asburgo nel 1594. In seguito, attirò anche l’attenzione della regina Cristina I di Svezia che, avendo messo insieme una vasta biblioteca, voleva a tutti i costi anche Bibbia del Diavolo. Il libro fu suo fino a quando non abdicò nel 1655. Oggi il Codex si trova nella Biblioteca Nazionale di Svezia a Stoccolma.

Quali sono, in definitiva, gli elementi che trasformano una storia in una grande storia? Trama avvincente, personaggi ben sviluppati, temi inediti ed emozioni forti e autentiche. Siamo di fronte a una grande storia che se usata come punto di partenza per comporre la trama di un bestseller di genere fantasy probabilmente suonerebbe così:

Nel cuore dell'antica Praga, tra i monasteri e le strade lastricate di storia, si nasconde un segreto tanto oscuro quanto affascinante: il misterioso Codex Gigas. Il suo autore, un monaco condannato a morte per i suoi crimini, la notte prima dell'esecuzione decide di chiedere aiuto al diavolo per ottenere l’agognata liberazione. Chiede al Demonio di poter comporre un libro che contenesse tutto lo scibile umano, in una sola notte, e il Signore infernale accetta. Il monaco, allora, trascorre tutta la notte a scrivere freneticamente. Al mattino, il Codex Gigas – La Bibbia del Diavolo - è completo, e il monaco viene liberato.
Ma a che prezzo?
La sua anima immortale.

Maria Izzo

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