Il legame tra arte e sport in età contemporanea non è così impossibile da individuare, come in apparenza si potrebbe pensare, e durante il corso del primo Novecento, periodo in cui sia l’arte che lo sport si aggiornano e si diffondono in maniera sempre più capillare nella società italiana, un contributo importante in questo ambito è stato offerto da un artista tra i più rinomati e influenti: Umberto Boccioni.
Boccioni dedica due importanti dipinti allo sport, soffermandosi sulla tematica del dinamismo, inteso in una maniera particolare, ovvero come rapporto tra il movimento di un corpo nello spazio e la modificazione di quel corpo e di quello spazio dovuta proprio al movimento iniziale. I due dipinti in questione sono Dinamismo di un footballer e Dinamismo di un ciclista e risalgono entrambi al 1913; nonostante ad una prima occhiata possano risultare di difficile comprensione, se si tiene a mente la considerazione sul concetto di dinamismo così come era inteso dai futuristi, la lettura e l’analisi delle due opere sarà più facile. Boccioni affida alle linee, ai punti e al colore il compito di rappresentare il movimento del corpo e la sua modificazione nello spazio ed è per questo che sia il calciatore che il ciclista non risultano riconoscibili; il movimento li ha cambiati, così come ha cambiato anche lo spazio in cui i soggetti sono inseriti.
Dinamismo di un footballer |
In Dinamismo di un footballer (Museum Of Modern Art, New York) il movimento ha scomposto le parti del corpo del calciatore di cui si riesce a riconoscere la gamba sinistra al centro e gli arti superiori nella parte alta del dipinto, mentre tutto intorno lo spazio si evolve, subendo l’effetto del movimento e risultando confusionario. Linee e forme si intersecano e solo i colori aiutano a rendere comprensibile l’ambientazione: al rosso, colore che i futuristi riservano a tutto ciò che riguarda la meccanica e lo sport, è affidato il calciatore, al verde quello che in basso potrebbe essere il campo di gioco, al blu e al giallo il cielo e la luce. Il risultato finale è dato dall’immagine di una figura non ben riconoscibile perché scomposta, e probabilmente se non conoscessimo il titolo faremmo fatica ad identificarla come quella di un calciatore, intorno a cui lo spazio circostante si muove e si modifica in seguito alla movenza del calciatore stesso.
Un discorso analogo si può fare per Dinamismo di un ciclista (Museo del Novecento, Milano). Non è un caso la somiglianza del titolo, proprio perché il concetto e l’idea alla base di quest’opera sono i medesimi che si possono ritrovare nel dipinto analizzato precedentemente. Anche in questa occasione il ciclista e la bicicletta non sono facilmente riconoscibili: si possono notare la figura del corridore chinata sul manubrio, le due ruote e alcune parti del telaio, ma ancora una volta ad essere protagonisti sono i colori e linee, che risultano dal movimento, dalla modificazione di corpo e spazio e dalle loro conseguenti scomposizioni. Apprezziamo dunque non un’immagine che ci permette di osservare una particolare gara ciclistica, bensì l’immagine di un ciclista qualsiasi impegnato nello sforzo fisico della sua attività, colto in un momento dove il movimento è assoluto protagonista.
Dinamismo di un ciclista |
Con questi due esempi si può allora capire come il legame tra l’arte e lo sport sia stato forte durante l’avvio del secolo scorso: nel caso in questione Boccioni ha voluto affrontare una tematica cara a lui e al gruppo culturale a cui apparteneva e lo ha fatto servendosi di due sport popolari come calcio e ciclismo, che ben si adattano alle necessità artistiche e tematiche del pittore.
Lorenzo Castiglioni
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