Gli anniversari sono ricorrenze che smuovono ed animano la memoria, che risvegliano dal sonno o dalla frenesia a cui spesso la nostra società contemporanea ci costringe. Nascite, morti, tutto va pensato e tirato fuori dalla cassetta dei ricordi che appartiene a ciascuno di noi. Quando, però, qualcuno lascia la vita terrena e raggiunge il mondo dell’ignoto, gli anniversari servono a riscoprire o a far scoprire per la prima volta alle nuove generazioni l’universo personale, culturale e lavorativo di quell’anima, che un tempo era anche corpo. Nel mondo dell’arte e, più in generale, della cultura, queste ricorrenze costituiscono un’occasione per focalizzare l’attenzione sul patrimonio di inestimabile valore che è stato creato e che è entrato nella mente e nel cuore del pubblico. Come non ricordare, quindi, che il 29 maggio Marina Cicogna, prima donna produttrice cinematografica in Italia, avrebbe compiuto 90 anni. Un compleanno importante che ci suggerisce di ripercorrere alcuni dei momenti della sua straordinaria carriera.
Dopo la maturità classica, la giovane Cicogna va negli Stati Uniti dove si laurea Arti al Sarah Lawrence College di New York. Tornata in Italia, lavora alla Euro International Films, acquistata dalla sua famiglia materna, iniziando così la sua avventura nel mondo della produzione cinematografica, in quel periodo appannaggio esclusivamente maschile. Diventa così la prima donna a ricoprire questa posizione lavorativa e a svolgere questa professione ad alti livelli. Fra le pellicole da lei prodotte, si ricordano: Metti, una sera a cena di Giuseppe Patroni Griffi, Teorema e Medea di Pier Paolo Pasolini, La classe operaia va in paradiso di Elio Petri e C'era una volta il West di Sergio Leone. Menzione a parte per Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, diretto da Elio Petri e interpretato da Gian Maria Volontè e Florinda Bolkan, vincitore del Premio Oscar come migliore film straniero nel 1971, nonché del Premio speciale della giuria al Festival di Cannes.
Nel dicembre 1971 arriva la notizia della scomparsa del fratello Ascanio Giuseppe detto Bino, anche lui produttore della Euro, suicidatosi a Rio de Janeiro. Un dolore immenso per lei e la sua famiglia. In seguito, produce le ultime opere, ovvero Lo chiameremo Andrea e Una breve vacanza, entrambi diretti da Vittorio De Sica. Nel 1976 recita una piccola parte nella pellicola Il comune senso del pudore di Alberto Sordi. Negli anni Ottanta vive tra gli Stati Uniti, Il Brasile e l’Italia.
Ma, oltre al cinema, c’è anche un’altra arte che assume una posizione di assoluta rilevanza nella sua vita: la fotografia. Infatti, nel 2017, nel corso di un’intervista a Giovanna Gagliardo, Cicogna afferma:
Le arti visive mi hanno sempre affascinato. Fotografavo quello vedevo. Io non ho mai chiesto a nessuno di mettersi in posa. Per me la fotografia che mi diverte delle persone è quella fatta a delle persone eccezionali in momenti assolutamente normali, quotidiani o che fanno quello che fanno nella maniera più naturale. Non mi considero assolutamente una fotografa, mi considero una persona che ha avuto la fortuna di essere testimone di tante cose e di vedere tante persone affascinanti, interessanti e alcune cose le ho fotografate. Ma se avessi pensato a un futuro da fotografo o a pubblicarle ne avrei potute fare molte di più.
A novembre 2021, dopo l’anteprima ufficiale alla Festa del Cinema di Roma, esce nelle sale il documentario Marina Cicogna. La vita e tutto il resto, diretto da Andrea Bettinetti e scritto con Alejandro de la Fuente e Elena Stancanelli. Questo lavoro tratteggia la figura di Cicogna a partire dalle sue stesse parole ma, anche e soprattutto, attraverso le testimonianze dei tanti che hanno avuto il piacere di conoscerla e di condividere con lei esperienze personali e professionali. Fra gli intervistati, Roberto Cicutto, allora Presidente della Biennale di Venezia e oggi Presidente del Consiglio di Sorveglianza della SIAE, la regista Ginevra Elkan, la stilista e imprenditrice Diane Von Fustemberg. E ancora Giorgio Gosetti, direttore della Casa del Cinema di Roma dal 2014 al 2022, Enrico Lucherini, uno dei press agent più famosi in Italia, Franco Nero e Ornella Vanoni. Non manca, naturalmente, l’intervento di Benedetta Cicogna Gardona che con lei ha condiviso gli ultimi decenni di vita.
Dal documentario emerge il ritratto di una donna dal temperamento forte e risoluto, colta, intelligente, amante della libertà e dotata di uno sguardo curioso verso il mondo. Una vita costellata da tanti successi lavorativi ma anche da momenti estremamente difficili e tragici sotto il profilo umano, come nel caso del suicidio del fratello Bino. Il regista, a proposito di questo lavoro, ha dichiarato:
Fare un documentario su Marina Cicogna significa illuminare una protagonista del cinema italiano degli ultimi cinquant’anni, raccontare il destino di una donna intelligente, dietro la cui determinazione si nascondono anche grandi dolori privati, insieme a uno dei capitoli più importanti della storia del nostro cinema.
L’opera di Bettettini, andata in onda sui canali Rai e oggi disponibile su Raiplay, nel 2022 è stato, inoltre, candidato ai Nastri d’Argento per il miglior documentario nella categoria Cinema Spettacolo Cultura.
Nel 2023 Cicogna riceve il Premio David di Donatello alla carriera e pubblica la sua autobiografia scritta con Sara D’Ascenzo, giornalista del «Corriere del Veneto», intitolata Ancora spero. Una storia di vita e cinema. Marina Cicogna si spegne il 4 novembre 2023, all'età di 89 anni a Roma, dopo una lunga malattia, lasciando un segno indelebile nella storia della produzione cinematografica nazionale ed internazionale.
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