Cosa spinge gli organizzatori di eventi di ampia risonanza ad adottare contenuti ambigui, volgari, se non palesemente satanici? Qualcuno obietterà il fatto che la tendenza alla provocazione e allo scandalo facciano parte della cultura occidentale, che artisti e scrittori nel corso dei secoli hanno avuto successo proprio perché facevano scandalo. Questa motivazione è vera, ma appare strana la crescente tendenza verso l’oscuro, il misterioso e il volgare, palesatosi di recente con lo scandalo della cerimonia di apertura dei giochi olimpici di Parigi.
Trattandosi dell’inaugurazione di una manifestazione sportiva mondiale, che abbraccia paesi di ogni continente ed emisfero, di culture e sensibilità differenti, mettere in scena qualcosa il cui unico senso possibile – nella più benevola delle interpretazioni - era quello di una “provocazione culturale” era intrinsecamente inappropriato. E sarebbe dovuto risultare fuori luogo a chiunque, quali che fossero le proprie convinzioni, nel momento in cui avesse preso sul serio la dignità di culture diverse dalla propria. Anche ammettendo che quelle sceneggiate fossero “rappresentative della propria cultura”, non si capisce esattamente a che titolo un paese ospitante dell’evento olimpico debba sentirsi in diritto di impartire “provocazioni” per “educare gli altri all’emancipazione.
Peraltro, – continuando nello sforzo di un’interpretazione benevola - se l’idea fosse stata quella di “indurre ripensamenti nei paesi meno emancipati attraverso delle provocazioni”, francamente mi chiedo se qualcuno si sia posto il problema della “ricezione del messaggio”. Se, per dire, si voleva “stimolare un ripensamento” in qualcuno come la rappresentanza del Sudan (dove mi risulta esistere una legislazione intollerante nei confronti dell’omosessualità), esattamente chi è quel genio della comunicazione che ha pensato che promuovere in mondovisione provocazioni postribolari, tipo la simpatica drag queen barbuta, avrebbe fatto guadagnare punti presso il pubblico sudanese ad un atteggiamento di normalizzazione delle “disposizioni non ortodosse”? Non so, ma a me pare che l’unico risultato ottenibile attraverso quelle provocazioni, può essere stato soltanto quello di consolidare nei paesi meno tolleranti le ragioni degli intolleranti; sbaglierò, ma temo che il sudanese medio, dopo aver visto le sceneggiate parigine sarà semmai un po’ più propenso di prima a rigettare tutto ciò che odora di libertarismo occidentale.
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Il cattivo gusto nelle celebrazioni ufficiali non nasce negli ultimi mesi, ma si è palesato più o meno nascostamente nel corso del tempo. Durante l’inaugurazione del traforo del San Gottardo del giugno 2016, la cerimonia ha in parte richiamato allo sforzo degli operai che vi hanno lavorato, alle tradizioni locali ma soprattutto a una serie di simboli e scenografie (chissà perché) piuttosto inquietanti. Talmente inquietanti da far pensare esplicitamente a una sorta di invocazione satanica, con ovvie polemiche per tale scelta inopportuna. In effetti è certamente inopportuno vedere creature con teste di stambecchi che partoriscono, un bambino morto che vola e tante altre stranezze che pongono importanti interrogativi. Perché una scelta così lugubre per un evento tanto gioioso e di unione tra i popoli? In passato le inaugurazioni venivano suggellate dalla benedizione di un prete munito di Acqua Santa, oggi sembra tutto ribaltato...
Andiamo ancora indietro nel tempo all’inaugurazione delle olimpiadi di Londra del 2012. Se guardate retrospettivamente, in uno dei passaggi più strani della cerimonia, mette in scena centinaia di letti d’ospedale con bambini e infermiere. Qualcuno ha richiamato alla memoria i mesi tragici della pandemia da Covid vedendoci una sorta di prefigurazione che il Potere avrebbe palesato in quella cerimonia. Noi invece facciamo notare come subito dopo questa scena compaiano delle creature oscure come Crudelia e altri personaggi, che insidiano i bambini finché l’oscura creatura viene scacciata dal sopraggiungere di tante Mary Poppins che atterrano sullo stadio con tanto di ombrello.
Infine richiamiamo un evento totalmente diverso, ossia l’Eurovision song di quest’anno. Come è noto si tratta di una gara canora parecchio in voga tra i giovani che posso conoscere cantanti di tutta Europa. Curiosamente l’Irlanda (paese notoriamente cattolico) ha presentato la cantante Bambie Thug, un’artista che non nasconde il suo interesse verso le pratiche di stregoneria, dichiarando di inserire incantesimi e maledizioni nei testi delle sue canzoni. Il brano in gara Doomsday Blue infatti restava sul pezzo contenendo una maledizione:
Avada Kedavra, parlo per distruggere
I sentimenti che provo, non li posso evitare
Attraverso lingue contorte, un incantesimo lanciato su di te
Che tutte le belle donne nel tuo letto
sfuggano dalle tue mani e ti rendano triste
E che tutte le cose che vorrai avere tu le perda
La performance prevedeva un balletto col demone, ma anche simboli come il pentacolo e le candele con richiamo alle messe nere. E’ noto come il satanismo in musica non sia qualcosa di nuovo, perché da anni generazioni di gruppi metal hanno professato questa propensione all'oscuro. Ma se in passato questo fenomeno era relegato a gruppi e ambienti di nicchia, oggi un evento come l'Eurovision ha una caratura pop e quindi una diffusione molto capillare, soprattutto tra i più giovani.
L'inquietante bambino morto che vola nella cerimonia del San Gottardo |
È evidente il fatto che il relativismo e la desacralizzazione della società occidentale porti a questi eccessi, al mancato rispetto, se non alla banalizzazione di ciò che un tempo era sacro. Ma curiosamente se da una parte la società è diventata sostanzialmente atea e materialista, dall’altra scimmiotta, se non simpatizza per tutto ciò che si avvicina all’oscuro. Film, saghe e libri parlano più di tenebre che di luce. Ma se non si crede più in Dio e nei Santi perché si dovrebbe mai credere alla magia (o almeno alluderla), o rappresentare entità e forze oscure?
Davide Mauro
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